di Giuseppe CONTE
Mario Loprete, artista catanzarese ci spiega il suo mondo attraverso le sue creazioni pittoriche, scultoree e fotografiche. Già da questo si potrebbe dire che si tratta di un artista poliedrico, che senza filtri e grazie alle sue esperienze lavorative ci mostra la sua ricerca artistica che si concretizza nelle opere.
Come ogni artista, la pittura è da lui dichiarata come il suo “primo amore” pur prendendo coscienza di un altro amore che lui lo chiama “tradimento” rivolgendosi alla scultura. È proprio questa a portargli soddisfazioni nel campo artistico come in quello personale.
Come può il cemento recare tante soddisfazioni ad un artista che è in continua ricerca? Perché si sofferma su esso ? Perché un materiale dalle antichi origini? Sono tante le domande che ci potremmo fare a riguardo, ma ancor di più saranno le vicende e le esperienze che hanno portato a Loprete a scegliere il materiale con la quale trasmettere all’osservatore ciò che ha dentro.
I suoi cementi e le suo creazioni in generale non sono un macigno pur pensando alla pesantezza del materiale stesso, ma Loprete riguardo al cemento e al gesso, spiega la motivazione della sua scelta nei confronti di questi. Eppure il gesso ad esempio è uno dei materiali base utilizzato pienamente nel campo scultoreo.
Ma così dopo questa breve e accennata premessa entriamo brevemente all’interno “dell’atelier” di Mario Loprete, ponendo attenzione alle movenze delle giacche, cappelli e drappi scultorei solcati dalle pieghe e fortemente accentuate dalla luce che dà morbidezza ad un materiale cosi duro e spesso.
Trattando alcuni argomenti personali che in generale ogni essere umano vive, lui, nelle sue opere geniosamente trasforma in arte con tanta bravura.
Ecco come l’angoscia, la vulnerabilità, la paura, tutto ciò è fissato in quegli effetti chiaroscurali o sotto uno strato cementizio appiattito ma adornato da policromie.
Di Loprete si può dire soprattutto che è un artista pienamente contemporaneo che riscopre l’utilizzo dei materiali classici e che li trasforma con un suo linguaggio in una corrente artista capace in questo periodo storico di raccontare nella massima naturalezza il disagio che l’animo di un uomo, in questo di un artista vive dopo un vissuto che lui generosamente dona allo spettatore