di Giuseppe CONTE –
La grande arte di intarsiare il legno è molto antica e alquanto faticosa, infatti moltissimi artisti hanno contribuito nel tempo a lasciare memorie incredibili della loro abilità di lavorare materiali come il legno e non solo, e moltissime di queste opere sono di un realismo impressionante oltre che a risultare in lavoro meticoloso di proporzioni e organizzazione.
Bisogna pensare che la maggioranza delle opere di legno arrivano da un pezzo unico, quindi un tronco per esempio, teniamolo in mente ogni qualvolta ci capiterà di vedere un opera fatta con questo materiale. Ebbene, come il pittore dipinge su tela bianca, lo scultore su pezzi unici che sia legno, marmo o quant’altro supporto. Questa piccola premessa legata alla figura grosso modo dell’artigiano, tale è quanto doverosa poiché ci inserisce in quella che oggi mi è proposta come figura da analizzare, o meglio, da commentare.
L’artista in merito è Giovanni Gaetano. Catanzarese che fonda la sua passione per l’arte a partire dalla giovane età. Un po’ come tutti gli artisti sin dall’inizio della sua attività formativa e poi da artista affermato, avrà ricercato nei suoi luoghi di origine spunti di riflessioni e di ispirazioni da poterne poi realizzare le sue opere.
Secondo la tradizione artistica, è quasi improbabile trovare un artista che vi lavori il legno quasi da renderlo un dipinto cromatico. Le onde colorate forse volute e probabilmente non pensate sulle schegge di legno, creano un effetto scultoreo plastico ma allo stesso tempo un olio su legno da rendere reale ogni minima scena o particolare che Giovanni Gaetano realizza.
Attrae la scena, lascia prendere l’osservatore e ancor di più fa incuriosire del perché un artista che potrebbe esprimersi semplicemente con un pennello, lo porta a creare con un proprio stile piccoli o grandi riquadri cui all’interno ne godono figure animalesche, volti, fiori, persino il sacro. Ottiene sempre un grande risultato alla fine di ogni sua realizzazione perché oltre ad averne fatto ricerca ed esperienza delle sua creatura, ripropone allo spettatore cose già viste, già create di cui ne rende omaggio anche se attraverso una tecnica scultorea rara se così posso definirla a quei grandi come Leonardo con la Gioconda che l’artista Giovanni Gaetano ribattezza con le sue creazioni: The real Gioconda, Monna Lisa; Michelangelo con la Pietà che improvvisamente in un piccolo riquadro d Giovanni Gaetano diventa Viso di Madonna; poi ancora l’opera celebre La Ragazza col turbante, anche conosciuta come Ragazza con l’orecchino di perla diventa semplicemente Ragazza con l’orecchino. Affascinato dalle forme degli animali si vede La Zebra, Cavallo in style, Gatto, Uccellino, Elefante; in queste ultime opere l’artista lascia una forte incisione sul legno dove ogni colore ha il suo posto senza toccare il confine con l’altro. Può sembrare una serie che pur essendola ognuna opera racconta una storia a se legata a quel soggetto. Forse con ogni animale che raffigura, l’artista vuol farci fare il giro del mondo. L’elefante con la zebra ad esempio ci proiettano in uno zoo come il Safari o il Pappagallonei luoghi più esotici. Il Veliero,
La Meditazione, Le Danzatrici, non sono altro che il prosieguo di un raccontare avventure, pensieri e passioni Dai colori caldi che alcune sue opere nutrono fino a renderle levigate di tanto realismo, questo ben denota la sua predilezione anche per i materiali che potremmo definirli primari.
Il legno oltre al suo prodigioso contributo che ha sempre offerto e continuerà ad offrire oltre ad essere scolpito, intagliato, assemblato come un mosaico, le sfumature dei colori ben posizionati sui soggetti di Giovanni Gaetano, accentuano particolarmente l’intensità che ogni volta varia di opera in opera. Alcune di queste a prima vista sembrano delle piccole vetrate che pur non essendo tali, il ben lavorato provoca una tale l’illusione. Alcune delle opere in legno di Giovanni Gaetano che scuotono questa percezione è sentita in: La donna col velo, Danza armoniosa, Bagno nel lago, Geisha con ventagli, Piuma in blu, Danzatrice. Nell’ultimo millennio basta anche citare qualche nome di artisti che con il legno realizzano strabilianti opere scultoree ma anche installazioni. Perché va tenuto sempre presente, che il legno non è solo un materiale che si offre alla scultura, ma pone il suo pieno contributo alle opere di installazione. Soltanto qualche nome tanto da poter comprendere di quale alto spessore si parla: Manolo Garcia, Bruno Walpoth, HsuTung Han (etc).. Ritornando però a Giovanni Gaetano che ci porta ad osservare le sue opere artistiche attraverso gli occhi della lavorazione minuziosa del legno, in primis si osserva attentamente la particolare ed accurata composizione di ciascuna raffigurazione intenta a stare in equilibrio in pochi centimetri quadrati.
La donna col velo (vedi copertina n.d.r.) tipica donzella dalle forme armoniose, accarezzata dai venti come dal dio Eolo, gli avvolge con le sue spirali o il corpo e il panno che contengono le carni femminili. Il vento ligneo non si limita ad accarezzare il corpo in movimento, ma si percepisce lo scivolare dell’aria sulle onde dei capelli che si accavallano tra essi quasi come un tessuto. Una giovane potremmo dire Venere che danza su un promontorio. Si tratta invece di una naturale fanciulla che si lascia come già detto accarezzare dal cosmo, mentre la morbidezza dei veli ne evidenza le forme anatomiche. In questo piccolo riquadro la donna sembra uscire dall’opera come in una sorta di realismo. Ci riporta questa opera solo a livello stilistico alle donne dell’art noveau e non alla loro pubblicità che giocava un ruolo influente nel determinare il modo in cui il pubblico percepiva le donne e, proprio come oggi, usava il corpo della donna per vendere prodotti e stili di vita ai consumatori.
Ancora la donna col velo può essere l’emblema della sensualità femminile che senza un’accentuata volgarità, nelle sue movenze libere nel gioco del riquadro, quasi si contorce in un respiro caldo dai colori pastello l’anima della docile creatura. Duplice è il vigore longilineo che ne marca la Danza armoniosa, che per un attimo chiudessimo gli occhi e accendessimo soltanto la mente rivolta all’arte della danza, oltre allo schema fisico che la disciplina che impone, troveremmo senza dubbio la bellezza di uno stato di “grazia” come quello che a me piace definire come libertà dell’anima.
Dalle punte classiche si passa ad un arcaico movimento di due fanciulle o per lo meno danzatrici floreali, quasi come se fossero intrecciate in dei rami nati dal terreno, Nonostante la difficoltà dell’uso del materiale poiché il legno è abbastanza difficile da levigare ma ancor prima da lavorare, attraverso gli abiti che coprono i corpi delle danzatrici, con armonia attillano le parti florescenti dell’anatomia femminile. L’armonia della femmina che con classe è viva in questa opera pur sempre rispecchiando anche un qualcosa di botticelliano, basta pensare alle Tre Grazie , come anche a Flora nella Primavera etc. Al finir di tutto, le opere di Giovanni Gaetano sono ad oggi opere che rispecchiano l’arte del nuovo millennio, un legno lavorato, levigato, pensato e ricercato attraverso la conoscenza naturalistica come spesso ho detto, che rende e prende forma nei soggetti prima ancora nel pensiero artistico.
Ogni singola ed accurata attenzione che l’artista Giovanni Gaetano formula la rende matura ,poiché come ogni artista si guarda alle spalle, ne studia la verità delle opere viste e cerca così come a loro di portarla nelle sue.
Giuseppe CONTE
La Ciminiera – marzo 2022