2003 Settembre 16 – Civiltà del Mediterraneo

Lungo le rotte del Mare Nostrum 

ll Centro Studi Bruttium, Associazione di Volontariato Culturale operante sul territorio di Catanzaro da ormai otto anni e l’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria annunciano una serata eccezionale dedicata alla  storia del Mare Mediterraneo, alle sue bellezze ambientali e ai suoi tesori nascosti nelle sue profondità.
Martedì 16 settembre, alle ore 18:00, presso l’Auditorium “Pino Grillo” dell’Associazione, all’interno del complesso residenziale “Parco dei Principi”, il prof. Pasquale Natali, Presidente dell’Associazione, presenterà la prima delle due conferenza dal titolo “Lungo le rotte del Mare Nostrum”. La seconda, avente per titolo “L’astronomia presso gli antichi” si svolgerà il 30 settembre secondo le stesse modalità.
Alla conferenza parteciperanno, con interessanti relazioni che percorreranno la storia del Mediterraneo e dei popoli che, fin dall’antichità, hanno solcato, in pace e in guerra, le sue acque, lo storico calabrese prof. Ulderico Nisticò e il prof. Raoul Elia. Il Dott. Walter Fratto, infine, presenterà un video da lui realizzato che documenta l’avventuroso ritrovamento di un relitto di nave risalente alla II^ Guerra Mondiale nelle acque della Calabria. Fungerà da moderatore della conferenza il noto giornalista catanzarese Orlando Rotondaro. Saranno presenti esponenti della politica e della cultura catanzarese.

La manifestazione, che si sviluppa all’interno di un percorso culturale denominato “Civiltà del Mediterraneo”, ha il merito di proporre un quadro d’insieme sulla lunga vita del Mediterraneo e sui popoli che vi si sono affacciati nel corso dei secoli, mettendo anche in relazione le bellezze paesaggistiche ed ambientali del “Mare Nostrum” con le vicissitudini storiche, economiche e politiche che ne hanno determinato e/o modificato l’aspetto nel corso dei secoli.
Il video, in particolare, dal titolo “Sulla rotta dei convogli – I relitti della seconda guerra mondiale nel mar Jonio”, presenterà immagini rare e suggestive dei fondali, della flora e della fauna dei nostri mari, oltre ad immagini in esclusiva che documentano il ritrovamento di una nave da guerra della Marina Militare Italiana affondata durante uno scontro nel corso della II^ Guerra Mondiale.


Sulle rotte del Mediterraneo con il Centro Studi Bruttium

Le avventure, la storia, le tradizioni, le battaglie, i misteri delle popolazioni che hanno abitato  il Mediterraneo dall’antichità ai giorni nostri sono rivissuti, per una sera, grazie all’Associazione di Volontariato Culturale di Catanzaro “Centro Studi Bruttium”, che ha organizzato una interessantissima conferenza, dal titolo “Sulle rotte del mare Nostrum”, tenutasi nell’Auditorium “Pino Grillo” della sede associativa, sita in via Conti di Loritello, all’interno del complesso residenziale di Parco dei Principi, giorno 16 settembre 2003 alle ore 18:00.

Dopo il saluto ed i ringraziamenti del Presidente dell’Associazione, prof. Pasquale Natali, che ha inteso ringraziare il pubblico e le autorità, in particolare l’Assessore Regionale alla Cultura, on. Zavattieri, per aver reso possibile la manifestazione, il moderatore della serata, il noto giornalista catanzarese Orlando Rotondaro ha introdotto l’argomento della conferenza e i relatori, il prof. Raoul Elia, che ha relazionato sulla storia del Mediterraneo antico, il prof. Ulderico Nisticò, storico e saggista, che ha relazionato sul Mediterraneo dal Medioevo ai giorni nostri, è l’arch. Walter Fratto, che ha  presentato un interessante documentario di archeologia subacquea.

La manifestazione, che si sviluppa all’interno di un percorso culturale denominato “Civiltà del Mediterraneo”, si ricollega alla pluriennale attività dell’Associazione  nel campo della ricerca storica, archeologica e socio-antropologica, ricerca legata strettamente al territorio calabrese ed alle sue radici più profonde. In particolare, come lo stesso Presidente dell’Associazione ha inteso sottolineare nella sua breve presentazione, tale manifestazione si ricollega strettamente al convegno organizzato dall’Associazione nell’ottobre del 2002, sia per quanto concerne l’interesse per la storia e la preistoria della Calabria e del Mediterraneo, sia per quanto concerne la ricerca storico-archeologica e le nuove tecnologie, i nuovi saperi, le nuove branche della ricerca, nella fattispecie la giovanissima ultima costola dell’archeologia, l’archeologia subacquea.

La conferenza ha avuto il merito di cercare di proporre al vasto uditorio presente un quadro d’insieme sulla lunga vita del Mediterraneo e sui popoli che vi si sono affacciati nel corso dei secoli, mettendo anche in relazione le differenti tipologie di approccio al mare e alla sua vita delle varie popolazioni mediterranee. In particolare, piuttosto che riassumere, compito pressoché impossibile e comunque, nel migliore dei casi, impari, la storia del Mediterraneo fin dall’alba della civiltà, i relatori hanno inteso tracciare le linee essenziali della vita del Mare Nostrum, i misteri che ancora oggi nascondono le sue acque, le ragioni che hanno spinto tanti popoli a spostarsi lungo le sue rotte, in guerra e in pace, in prosperità ed in carestia.

Le parole dei due relatori hanno riportato alla mente degli spettatori i mitici eroi greci che fondarono le colonie della Magna Grecia (Ulisse ed Enea su tutti), le migrazioni dei coloni greci, dei popoli del mare, delle antiche popolazioni che abitarono le isole del Mediterraneo nella lontana Preistoria, la pirateria di Arabi e Turchi,  le guerre per la supremazia e quelle fratricide dei Romani, la “reconquista”  spagnola, la battaglia di Lepanto fino alla Seconda Guerra Mondiale e alle battaglie navali combattute al largo della costa calabrese (ad esempio, la celebre battaglia di Punta Stilo).

Non solo: la conferenza ha anche inteso ricollegare le vicissitudini storiche, economiche e politiche che ne hanno determinato e/o modificato l’aspetto nel corso dei secoli con le bellezze paesaggistiche ed ambientali del Mare Nostrum, i suoi splendidi fondali e i suoi altrettanto splendidi e variopinti abitanti, coniugando le esigenze della ricerca storica ed archeologica, le nuove tecnologie e la bellezza senza tempo dei nostri mari, che costituiscono una grande ricchezza per le popolazioni che vi entrano in contatto, una ricchezza, o meglio una risorsa, non inesauribile, purtroppo, e soprattutto non al riparo dalle manipolazioni e dall’inquinamento dell’uomo.

Il video presentato, in particolare, ha mostrato immagini rare e suggestive dei fondali, della flora e della fauna dei nostri mari; immagini che documentavano, si, il ritrovamento di alcune navi da guerra della Regia Marina Militare Italiana affondate durante la II^ Guerra Mondiale, ma che hanno suscitato lo stupore e l’ammirazione di tutti i presenti per la bellezza delle profondità marine e per lo stupendo panorama dei nostri mari, non ancora (per il momento almeno) devastati dall’incuria dell’uomo.

In chiusura, il moderatore, Orlando Rotondaro, nel salutare il pubblico, ha dato a tutti appuntamento al 30 settembre 2003, per la conferenza sulla “Astronomia presso i popoli antichi”.

 

 


Al Centro Studi Bruttium lezioni di storia

Tema del primo incontro “Sulle rotte del Mediterraneo”. Relatori: Raoul Elia, Ulderico Nisticò e Walter Fratto
Presentato un video sui relitti delle navi da guerra che giacciono sui fondali

Il Quotidiano – Catanzaro – Giovedì 18 settembre 2003
Franca Fortunato

SULLE ROTTE del Mediterraneo“. Questo il tema della, conferenza organizzata, martedì scorso, dal centro studi Bruttium, presso l’auditorium “Pino Grillo“, con il patrocinio e il sostegno dell’assessorato regionale alla Cultura.
A tenere le lezioni di carattere storico sono stati chiamati il professore Raoul Elia, docente di Filosofia allo Scientifico “L. Siciliani” e lo storico Ulderico Nisticò mentre l’architetto Walter Fratto ha presentato un video girato nei fondali del mare Mediterraneo lungo la costa calabrese dove giacciano, ancora a distanza di anni, relitti di navi militari della seconda guerra mondiale.
A coordinare i lavori della serata era presente il giornalista televisivo Orlando Rotondaro:
«Con questa prima conforenza – ha sostenuto Pasquale Natali, presidente del Centro studi Bruttium, nell’aprire i lavori – riprendiamo, dopo la pausa estiva, la nostra attività e lo facciamo affrontando il tema della importanza della navigazione lungo le rotte del mare Nostrum». Un mare, quello Mediterraneo solcato nei secoli, da popoli in cerca di fortuna di conquiste di nuove terre. Un mare teatro di guerre, distruzioni e violenze: Un mare violentato, insanguinato, “sporcato” dal passaggio di popoli e uomini in cerca, di rapporti economici e militari con altri popoli. Una lunga storia quella del mare Mediterraneo, almeno quanto la storia degli uomini e che affonda le sue origini nell’età della preistoria. E di questa età ha parlato diffusamente nel suo intervento il professore Ruoul Elia, spingendosi fino all’età greca e alle colonie greche in Italia e in Calabria. «I popoli della preistoria – ha esordito il professore – avevano abbastanza conoscenze tecniche e nautiche per affrontare il Mediterraneo per motivi economici e militari. Di questa età non sappiamo molto ma ci restano tante tracce di popoli, come gli Etruschi che si pensa, arrivarono in Toscana dall’Asia Minore. II Mediterraneo – ha continuato il relatorere – fin dai tempi antichi è stato luogo di disastri militari, di guerre, di emigrazioni per fondare nuove colonie; come fecero i greci con la Magna Grecia. Ai greci seguirono i romani che conquistarono i popoli per garantirsi il controllo del mediterraneo».
«Con i romani – ha continuato lo storico Ulderico Nisticò, prendendo a sua volta la parola – il Mediterraneo ebbe garantita un’assoluta tranquillità per cinque secoli. Quando finì l’impero romano il Mediterraneo tornò ad essere luogo di violenza, di guerre tra popoli a partire dalla venuta dei vandali che, attraversata l’Europa passando per l’Italia, arrivarono in Africa. Da allora non c’è stata pace su questo mare: turchi, arabi, bizantini, cristiani, musulmani, si sono scontrati per motivi economici e di conquista.
Solo dopo la, scoperta dell’America il Mediterraneo perse la sua centralità per rinascere con la costruzione del canale di Suez, nel 1956. Durante la seconda guerra mondiale – ha proseguito nel suo succinto excursus storico Nisticò – la flotta italiana garantì, contro gli inglesi, il controllo dei mari è in parte il dominio della rotta Italia-Libia
».
Ed è sul controllo del Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale da parte della flotta italiana che l’architetto Fratto, concludendo la serata, ha incentrato i1 suo video girato lungo le coste della Calabria nei cui fondali giacciano relitti di navi affondate durante il conflitto. Un video suggestivo, quello presentato in una sala gremita dal pubblico, dove all’ammirazione per la bellezza naturale della fauna e della flora marina non poteva non accompagnarsi il fastidio per la, bruttura delle testimonianze della guerra che ancora oggi inquinano e deturpano quei fondali.
Un mare da ripulire, dunque, dopo che «le nuove tecnologie militari, negli ultimi cinquant’anni lo hanno liberato dalla guerra”, come ha sostenuto lo storico Nisticò a conclusione del suo intervento».
Prossima conferenza il 30 settembre alle 18 sempre nei locali del centro studi Bruttium, sul tema: «L’astronomia presso gli antichi». Coordinerà i lavori Antonio Anzani e relazioneranno: Adriano Gaspani su “L’archeoastronomia”, Raso Domenico su “Le conoscenze astronomiche della Serre calabresi” e Roberto Murgano su “II doppio culto del sole e delle stelle in Egitto”.