Il Collezionista: Il Bibliofilo

di Antonio IANNICELLI –

L’Enciclopedia Treccani definisce la bibliofilia, l’amore per il libro, come desiderio di raccogliere esemplari antichi e rari; di conseguenza il bibliofilo è chi ama i libri in se stessi, per la loro antichità e rarità e ne fa collezione. Questo preambolo diventa necessario per proseguire il nostro viaggio tra i collezionisti di Catanzaro e parlare del mondo straordinario del bibliofilo. Uno di questi è il dottor Antonio Barbato, presidente dell’Associazione Calabrese di Filatelia e Collezionismo Vario, che vive in un magnifico e prestigioso palazzo del Centro di Catanzaro, a quattro passi da quella che fu la residenza cittadina del garibaldino Achille Fazzari, in un ultimo piano dal quale si possono ammirare i tetti della città vecchia e la moderna cupola del Nuovo Teatro Politeama.
La sua abitazione, arredata con mobili di stile fine Ottocento, inizio Novecento, mantiene quel gusto esclusivo e trasmette a chi ha l’opportunità di visitarla, enorme piacevolezza. Si sviluppa su due piani. Al piano inferiore c’è il regno del presidente che cercherò di descrivere; a quello superiore, piano nobile, la dimora di famiglia.
Appena ti apre la porta, ti presenta il suo biglietto da visita: gli amati libri collocati, sin dall’ingresso, in piccole librerie e dove un’importante scala, dall’artistica ringhiera in ferro battuto, stile liberty – opera di qualificate maestranze locali di un tempo, le stesse che avevano provveduto all’arredamento della storica farmacia Leone, in quanto il farmacista ne era stato il precedente padrone di casa – ti rivela l’esistenza di un piano superiore.
Lui, sempre cordiale, ti inoltra in quella che potremmo definire l’anticamera del salotto, dove librerie alte quasi fino al soffitto, addossate alle pareti della stanza, fanno bella mostra di testi dalle diverse temati-che, ordinati per materia ed argomenti. Una collezione di macchinine di latta, di non specificata apparte-nenza, ma comunque ricordo di una infanzia felice, spazia tra gli scomparti e i ripiani delle librerie mentre, quasi su di un lato della stanza, una scrivania, eredità genitoriale, fa da poggia-libri a testi prelevati per la consultazione. Ancora in questa anticamera, vecchi quadri che ritraggono paesaggi, sono appesi nei piccoli spazi vuoti delle pareti e seminascosta dietro un divano, una sorta di piccolo armadio a scansie verticali dove l’amico custodisce una notevole quantità di giornali regionali, molti ottocenteschi, annate de Il Potere, ‘U Monacheddu, La Lente, Il Corriere Calabrese, tanto per citare qualche testata, ben rilegati con copertecartonate.
Proseguendo la visita giungi nel salone vero e proprio, illuminato da due ampie finestre, dove il presidente riceve i suoi amici, quei pochi eletti che possono godere del beneficio di immergersi animo e corpo in quest’atmosfera così inusuale quanto essenziale all’uomo di cultura. Qui colpiscono l’attenzione, oltre a due alte librerie a muro, quadri di antenati in grande uniforme, scarrabattoli di interesse sacro, oggetti d’arte e ricordi di famiglia che ne attestano, qualora ce ne fosse stato il bisogno, la provenienza benestante del casato.


Ti guardi intorno e ti perdi nella bellezza! In questa sala, due antiche credenze adibite a librerie lasciano intravedere i dorsi titolati dei testi dagli svariati colori e ancora un armadio a muro dalle ante “armate” di chiavistelli, vero forziere, custodisce quei testi pregiati da tenere lontano dalle tentazioni di quanti vorrebbero non solo divorarli con gli occhi, ma toccarli ad ogni costo. E davanti a tanta inestimabile ricchezza non riesci a non avvertire quella forma bonaria di invidia, comune a tutti coloro che amano i libri.
Lì, lui ti fa accomodare su un divano di pelle, davanti ad un tavolo basso coperto di riviste e libri ac-quistati di recente, ma non ancora visionati con la dovuta cura, necessaria per la catalogazione e giusta collocazione.
Gli occhi continuano a guardarsi attorno come se avessero bisogno di conferme per tutte quelle meraviglie e nel loro visionare attento non possono fare a meno di registrare, a fianco della porta d’ingresso, una pila, alta oltre un metro, di giornali d’epoca, non ancora rilegati e su un tavolo quadrato, anch’esso di eredità familiare, ancora libri aperti, consultati di fresco dal nostro bibliofilo. Si!, perché in questo luogo i libri, anche se gelosamente custoditi, vengono continuamente movimentati, consultati per attività di studio, alla stessa stregua di una civica biblioteca.
Tonino Barbato, che ama in modo smisurato i suoi libri, in questo spazio non si sente mai solo e questa sua ricchezza lui la condivide con gli amici che la sanno apprezzare e che sannodi ritenersi dei fortunati. Può capitarti di rintracciare qui testi di cui è sprovvista finanche la biblioteca del Capoluogo. Per le tue ne-cessità di studio non hai perciò che da chiedere al presidente e lui, il più delle volte riesce a confermarti all’istante, che il testo che cerchi fa parte del “suo tesoro”; nell’incertezza, si riserva di esperire in quel suo mondo incantevole, apposita ricerca con l’impegno di informarti successivamente.
Lui è un vero bibliofilo perché unisce la passione del leggere all’amore per il libro. Colleziona i testi ponendo particolare attenzione alla qualità dell’edizione, al tipo di stampa, al materiale utilizzato fornendoti, se glielo chiedi, ogni utile notizia tecnica.
Con i suoi amici, a volte, sa essere anche generoso. Ricordo che diversi anni fa, avendo apprezzato alcuni santini della mia collezione su Sant’Antonio da Padova, ritirò a mia insaputa da ebay, un testo raro: Compendio della vita, morte e miracoli del glorioso Taumaturgo Sant’Antonio da Padova, edizione del 1843, redatta dal devoto Giuseppe Montomoli, editore in Firenze, corredata da 30 stampe litografiche a colori, di particolare piacevolezza, rappresentanti il miracolo operati in vita e in morte dal Santo. Me ne fece dono che custodisco tra “i reperti storici” più importati della collezione.
All’inizio della nostra conoscenza, rimasi scioccato quando mi riferì che possedeva una novantina di edizioni diverse del racconto di Pinocchio, oltre tutte le opere di Salgari e di Verne, alcune nell’originale versione francese. Opere queste proposte e fatte ammirare in un servizio Rai di qualche tempo fa.
Ricordo, ancora, che un giorno mi chiese di cosa mi stessi occupando. Gli parlai della necessità di concludere un saggio sulle case di tolleranza di Catanzaro che non riuscivo a completare per la mancata consultazione di un romanzo di Alvaro, il cui testo descriveva, molto accuratamente, l’ambiente catanzarese del tempo. Si mise a disposizione confermandomi all’istante che era nelle condizioni di fornirmi il libro che cercavo.
A differenza della biblioteca civica, lui aveva tutte le opere di Alvaro. Scoprii, in quell’occasione, che la sua biblioteca era fornitissima di autori calabresi: Alvaro, Patari, Butera, Misasi, Strati, La Cava, Milelli e tanti altri con romanzi, poesie e saggi contenuti in pregiate prime edizioni, alcune stampate da editori locali tra i quali primeggiava Guido Mauro.


Mi corre l’obbligo precisare che il patrimonio librario di Tonino non si esaurisce in questa storica abitazione. Nella sua villetta a mare, un ampio ed accogliente pianoterra diventa spesso l’ambiente ideale dove spostare i libri di città poco utilizzati. E lui, a volte, si lamenta con i suoi amici di questo trambusto che è costretto ad affrontare per problemi di spazio e quando è in fase di sconforto, o forse meglio dire in vena di scherzo, promette che “un giorno di questi” si libererà della notevole quantità di libri di scarsa importanza (Sic!), regalandola ai soci dell’Associazione. Poi, si riprende e subito precisa a tutti noi che in quel momento lo guardiamo con ammirazione e con la bava alla bocca, che però deve fare una cernita e così rinvia il dono a data da destinarsi. Sicuramente è l’amore smisurato verso i suoi libri che gli impedisce di assumere la definitiva decisione.
Lui, comunque, ancora oggi, per implementare la sua collezione non manca di fare colpi eccezionali nell’acquisto di libri rari e pregiati. Di recente ha acquistato un testo importantissimo su Cassiodoro, opera del francese Francois Denis, Priore di Sainte Marthe, uno dei maggiori studiosi dello statista, pregiata edizione del 1694, di 600 pagine. So che stava prendendo accordi per preparare insieme a Monsignor Cantisani, studioso e cultore appassionato di Cassiodoro, un importante convegno. La morte improvvisa del Vescovo emerito non ha comunque frenato questo entusiasmo e l’opera, tradotta dal professor Tonino Coltellaro, sarà presentata in un prossimo convegno studi sullo statista, promosso dalla Sezione di Italia Nostra di Catanzaro unitamente al Centro Studi Cassiodorei di Squillace.

Antonio IANNICELLI

La Ciminiera – Marzo 2022