Un collezionista dai molteplici interessi: Rino Rubino e la storia postale

di Antonio IANNICELLI

Il nome non è nuovo ai Catanzaresi veraci, agli appassionati collezionisti di cartoline d’epoca. Si perché Salvatore Rubino, chiamato confidenzialmente Rino, componente di spicco nonché vice presidente dell’Associazione di Filatelia e Collezionismo Vario di Catanzaro, è conosciuto soprattutto come “amante” della cartolina d’epoca. Interessante e di notevole successo la sua pubblicazione: Catanzaro.
La grande bellezza nell’inedita raccolta delle più antiche immagini della città [Titani Editori], un testo che, attraverso il documento visivo, ha saputo veicolare fuori dalla Regione, con apprezzamento della stampa nazionale, la bellezza storica della città-capoluogo e documentarne i cambiamenti e le trasformazioni. Lui ha saputo risvegliare l’interesse cittadino, a suo tempo generato da quell’importante lavoro su Catanzaro, realizzato alla fine degli anni Ottanta da Gianni Bruni e Franco Magro [Gianni Bruni-Franco Magro, Catanzaro. Immagini da cartoline d’epoca, Sinefine Edizioni, Catanzaro, 1989]. Ha continuato l’opera con l’utilizzo di cartoline, veramente uniche per vedute e soprattutto per i contenuti in quanto tutte viaggiate tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. La singolarità di questa sua collezione è costituita proprio da questa caratteristica che ne fa apprezzare interesse e valore e in parte è stata determinante per il grande successo ottenuto.
Da diversi anni a questa parte, “si sente realizzato” nel creare, utilizzando sempre sue cartoline, calendari fuori commercio destinati ad una cerchia di amici e fortunati conoscenti. Per il 2022 ha prodotto: Catanzaro tempi addietro.

Busta spedita da Castiglione del Lago il 27 giugno 1863, diretta a Perugia e indirizzata al Cardinale Gioacchino Pecci che nel 1878 sarebbe diventato Papa Leone XIII.

Rino è un “pluricollezionista”, i suoi interessi spaziano dalla cartolina d’epoca su Catanzaro a quella su donne in costume popolare, alternandosi, quando trova il tempo e le occasioni, su lettere prefilateliche, carta moneta (è l’unico a possedere i biglietti fiduciari di Catanzaro diffusi verso la fine del 1866), libri antichi su Catanzaro e soprattutto storia postale. Ed è proprio di quest’ultima tematica che intendo parlare, di questa collezione che rappresenta qualcosa di ricercato, di singolare, per pochi eletti e perciò affascinante.
Anche in questo campo, Rubino si dimostra intenditore, uno specialista. Spesso di domenica, nella sede del Circolo, non manca di mostrarti un nuovo acquisto. Una novità che esibisce come trofeo, come conquista, per la ricercatezza ed il valore del pezzo che non manca di spiegarti. Ogni busta, ogni lettera è un mondo a sé; un importante documento storico che serve soprattutto agli appassionati di storia sociale a ricostruire quel tessuto economico-sociale dei luoghi ove si svolgono fatti ed avvenimenti citati.
Come quella busta spedita da Castiglione del Lago il 27 giugno 1863, diretta a Perugia e indirizzata al Cardinale Gioacchino Pecci che nel 1878 sarebbe diventato Papa Leone XIII. Anche in questo caso un perito attesta: “A mio parere la lettera è originale ed il francobollo è perfetto. L’ho siglata ED”.
L’importanza della busta è determinata anche dal tipo di affrancatura; impreziosita dal timbro postale utilizzato, a volte dalla forma singolare.
E’ il caso di lettera veramente unica la cui attestazione viene firmata dal perito per esteso, a sottolinearne il valore. Si tratta di una lettera diretta a Catanzaro recante un francobollo di Napoli 1858, 2 grana, primissima tiratura e definita sempre dal perito: “A mio parere, la lettera è originale ed il francobollo, probabilmente il migliore esistente, è perfetto: l’ho firmata per esteso”
Per non parlare, poi, di quella lettera appartenente al Regno d’Italia, spedita dall’Uffizio Gissi di Chieti a Roma, affrancata per 20 centesimi con coppia di 10 centesimi, annullati a mano, con a lato manoscritto “ufizio di Gissi” 1.10.1865 e che per mancanza di timbro diventa unica in Italia.
La singolarità di questa busta sono proprio i francobolli annullati a mano che ne costituiscono una rarità altissima: valore 13.

Francobollo di Napoli 1858, 2 grana.

Questi citati sono solo alcuni esemplari unici, preziosi, stimolanti, ma se ti capita di far visita all’amico a casa, o addirittura nel suo studio di affermato commercialista, lui non manca di mostrarti centinaia di documenti affrancati dove la varietà dei colori delle affrancature, dei timbri postali e degli indirizzi vergati con la bella grafia, anche al più inesperto di questa tematica, non mancano di colpire. Affascinato dalla tematica, scopro che i francobolli che interessano il Regno di Napoli sono di colore rosso con tonalità cangianti, sempre sul rosso. Quelli delle Province napoletane sono azzurrini, sul celeste.
Questo tipo di corrispondenza, come lui ben la definisce, degli “Antichi Stati-Regno delle Due Sicilie” è formata da buste di cui l’80/90% contengono anche il testo, lettere vere e proprie; corrispondenza spedita tra il 1858 e il 1861 che sarebbe interessante studiare per i contenuti, gli avvenimenti citati e il contesto socio politico dei luoghi interessati.
Documenti filatelici, la cui stragrande maggioranza è opportunamente certificata da periti importanti che rendono la collezione esclusiva e ne fanno lievitare il valore. Infatti un certificato peritale oltre ad accertare l’originalità della busta viaggiata, stabilisce l’autenticità del contenuto, la freschezza dell’affrancatura, la qualità e l’integrità.
Né rivestono meno fascino le affrancature con i cosi detti svolazzi, che del francobollo hanno la forma quadrata, ma che risultano privi di dentellatura. E proprio a proposito di rarità, anzi di massima rarità, che Rino custodisce un documento postale, una circolare affrancata con il 1/2 tornese azzurro “Crocetta” (la Croce Sabauda dei Savoia) emesso il 6 dicembre 1860 durante la luogotenenza di Garibaldi. Un documento questo di notevole valore!
I documenti costituenti la collezione di Storia postale di Rino Rubino sbalordiscono la vista e non solo; appagano quel desiderio di ricerca del bello e dell’esclusivo a cui aspira ogni collezionista; sono oggetti di valore del collezionismo cartaceo che se periziati, oltre a soddisfare ed “arricchire” l’interesse del proprietario, risponde compiutamente alle moderne esigenze della collezione-investimento. E questo Rino Rubino lo sa!

Lettera appartenente al Regno d’Italia, spedita dall’Uffizio Gissi di Chieti a Roma, affrancata per 20 centesimi con coppia di 10 centesimi, annullati a mano, con a lato manoscritto “ufizio di Gissi” 1.10.1865

La Ciminiera – Giugno 2022