Nello studio di Corrado ROTUNDO

Una serie di domande per meglio capire l’artista Rotundo e le sue opere.

Parlaci‌ ‌un‌ ‌po’‌ ‌del‌ ‌tuo‌ ‌percorso‌ ‌artistico‌ ‌
Il‌ ‌mio‌ ‌percorso‌ ‌artistico‌ ‌ha‌ ‌inizio‌ ‌nel‌ ‌1969‌ ‌con‌ ‌l’iscrizione‌ ‌al‌ ‌liceo‌ ‌artistico‌ ‌di‌ ‌Catanzaro, che‌ ‌era‌ ‌stato‌ ‌istituito‌ ‌l’anno‌ ‌precedente.‌
‌Quindi‌ ‌avvenne‌ ‌per‌ ‌una‌ ‌pura‌ ‌coincidenza‌ ‌poiché‌ ‌fino‌ ‌ad‌ ‌allora‌ ‌non‌ ‌avevo‌ ‌manifestato‌ ‌particolari‌ ‌attitudini‌ ‌verso‌ ‌le‌ ‌arti‌ ‌pittoriche,‌ ‌nè‌ ‌vi‌ ‌erano‌ ‌stati‌ ‌precedenti‌ ‌nella‌ ‌mia‌ ‌famiglia,‌ ‌ciò‌ ‌che‌ ‌però‌ ‌ricordo‌ ‌con‌ ‌molta‌ ‌precisione‌ ‌era‌ ‌l’attrazione‌ ‌che‌ ‌provavo‌ ‌nei‌ ‌confronti‌ ‌del‌ ‌colore.‌ ‌Ma‌ ‌la‌ ‌rivelazione‌ ‌fu‌ ‌subitanea,‌ ‌la‌ ‌frequentazione‌ ‌del‌ ‌liceo‌ ‌artistico‌ ‌mi‌ ‌coinvolse‌ ‌in‌ ‌maniera‌ ‌totale,‌ ‌scoprì‌ ‌un‌ ‌universo‌ ‌che‌ ‌mi‌ ‌rapì‌ ‌totalmente‌ ‌e‌ ‌non‌ ‌mi‌ ‌ha‌ ‌più‌ ‌abbandonato.‌ ‌La‌ ‌cosa‌ ‌proseguì‌ ‌con‌ ‌la‌ ‌frequentazione‌ ‌dell’Accademia‌ ‌di‌ ‌Belle‌ ‌Arti‌ ‌di‌ ‌Catanzaro‌ ‌dove‌ ‌ebbi‌ ‌la‌ ‌fortuna‌ ‌di‌ ‌incontrare‌ ‌al‌ ‌corso‌ ‌di‌ ‌decorazione‌ ‌il‌ ‌Maestro‌ ‌Enrico‌ ‌Bugli‌ ‌che‌ ‌è‌ ‌sempre‌ ‌stato‌ ‌per‌ ‌me‌ ‌un‌ ‌modello‌ ‌di‌ ‌riferimento.‌ ‌
Negli‌ ‌stessi‌ ‌anni‌ ‌ci‌ ‌fu‌ ‌l’inizio‌ ‌delle ‌collaborazioni‌ ‌con‌ ‌i‌ ‌miei‌ ‌amici‌ ‌pittori‌ ‌con‌ ‌i‌ ‌quali‌ ‌sulla‌ ‌scia‌ ‌delle‌ ‌esperienze‌ ‌che‌ ‌in‌ ‌quegli‌ ‌anni‌ ‌maturavano‌ ‌un‌ ‌pò‌ ‌ovunque‌ ‌realizzammo‌ ‌una‌ ‌serie‌ ‌di‌ ‌attività‌ ‌e‌ ‌di‌ ‌esperienze‌ ‌di‌ ‌lavoro‌ ‌artistico‌ ‌nella‌ ‌città‌ ‌di‌ ‌Catanzaro.‌
‌Tutto‌ ‌ciò‌ ‌avveniva‌ ‌negli‌ ‌anni‌ ‌settanta,‌ ‌la‌ ‌componente‌ ‌politica‌ ‌e‌ ‌ideologica‌ ‌fortemente‌ ‌sentita‌ ‌e‌ ‌condivisa‌ ‌condiziona‌ ‌molto‌ ‌la‌ ‌nostra‌ ‌crescita‌ ‌e‌ ‌la‌ ‌nostra‌ ‌visione‌ ‌dell’arte‌ ‌che‌ ‌si‌ ‌caricò‌ ‌di‌ ‌una‌ ‌forte‌ ‌componente‌ ‌di‌ ‌impegno‌ ‌sociale,‌ ‌e‌ ‌portò‌ ‌alla‌ ‌nascita‌ ‌del ”‌‌Gruppo‌ ‌4‌ ‌marzo”‌ ‌e‌ ‌successivamente‌ ‌del ”‌‌Gruppo‌ ‌Mauthausen”. Dopo‌ ‌questo‌ ‌periodo‌ ‌iniziò‌ ‌il‌ ‌mio‌ ‌percorso‌ ‌individuale‌ ‌nel‌ ‌corso‌ ‌del‌ ‌quale‌ ‌mi‌ ‌sono‌ ‌dedicato‌ ‌a‌ ‌diverse‌ ‌discipline‌ ‌artistiche‌ ‌quali‌ ‌la‌ ‌serigrafia,‌ ‌la‌ ‌ceramica‌ ‌e‌ ‌designer,‌ ‌che‌ ‌mi‌ ‌hanno‌ ‌consentito‌ ‌di‌ ‌allargare‌ ‌i‌ ‌miei‌ ‌orizzonti‌ ‌e‌ ‌di‌ ‌maturare‌ ‌un‌ ‌bagaglio‌ ‌tecnico‌ ‌che‌ ‌nel‌ ‌tempo‌ ‌si‌ ‌è‌ ‌rivelato‌ ‌molto‌ ‌importante‌ ‌anche‌ ‌nella‌ ‌stessa‌ ‌pittura.‌ ‌

Ogni‌ ‌tuo‌ ‌dipinto‌ ‌richiede‌ ‌molti‌ ‌mesi‌ ‌per‌ ‌essere‌ ‌ultimato.‌ ‌Cosa‌ ‌comporta‌ ‌il‌ ‌passare‌ ‌così‌ ‌tanto‌ ‌tempo‌ ‌in‌ ‌studio?‌ ‌
Il‌ ‌tempo‌ ‌impiegato‌ ‌dipende‌ ‌dall’opera,‌ ‌ma‌ ‌il‌ ‌tempo‌ ‌trascorso‌ ‌nello‌ ‌studio‌ ‌e‌ ‌nell’isolamento‌ ‌che‌ ‌il‌ ‌lavoro‌ ‌esige‌ ‌rappresenta‌ ‌forse‌ ‌la‌ ‌parte‌ ‌più‌ ‌importante‌ ‌perché‌ è‌ ‌l’incontro‌ ‌con‌ ‌se‌ ‌stesso,‌ ‌il‌ ‌silenzio‌ ‌e‌ ‌la‌ ‌riflessione‌ ‌che‌ ‌sono‌ ‌probabilmente‌ ‌la‌ ‌parte‌ ‌più‌ ‌preziosa.‌ ‌

‌Lavori‌ ‌su‌ ‌una‌ ‌sola‌ ‌opera‌ ‌per‌ ‌volta‌ ‌o‌ ‌ne‌ ‌porti‌ ‌avanti‌ ‌diverse‌ ‌contemporaneamente?‌ ‌
Dipende‌ ‌dal‌ ‌momento‌ ‌e‌ ‌dalle‌ ‌esigenze,‌ ‌frequentemente‌ ‌mi‌ ‌capita‌ ‌di‌ ‌impegnarmi‌ ‌su‌ ‌molti‌ lavori, ciò‌ ‌è‌ ‌dovuto‌ ‌a‌ ‌precise‌ ‌esigenze‌ ‌tecniche.‌ ‌

Ci‌ ‌sono‌ ‌soggetti‌ ‌e‌ ‌dei‌ ‌colori‌ ‌dominanti‌ ‌nelle‌ ‌sue‌ ‌opere?‌
Si,‌ ‌per‌ ‌quanto‌ ‌riguarda‌ ‌la‌ ‌figurazione‌ ‌ho‌ ‌una‌ ‌spiccata‌ ‌predilezione‌ ‌per‌ ‌la‌ ‌figura‌ ‌femminile, per quanto‌ ‌riguarda‌ ‌il‌ ‌colore‌ ‌ho‌ ‌sempre‌ ‌avuto‌ ‌una‌ ‌predilezione‌ ‌per‌ ‌i‌ ‌colori‌ ‌caldi‌ ‌e‌ ‌le‌ ‌terre ma anche per gli azzurri e i turchesi,insomma i colori prevalenti nelle rappresentazioni naturalistiche.
Inoltre le varie tecniche che ho sperimentato nel campo della decorazione e della ceramica mi hanno fatto apprezzare le rese cromatiche delle patinature, che conferiscono alle superfici la magia del tempo e gli echi della storia.‌ ‌

Quale‌ ‌tecnica‌ ‌prediligi?‌ ‌
Fondamentalmente‌ ‌la‌ ‌pittura‌ ‌ad‌ ‌olio,‌ ‌ma‌ ‌ho‌ ‌sempre‌ ‌amato‌ ‌sperimentare‌ ‌sia‌ ‌sul‌ ‌piano‌ ‌stilistico‌ ‌che‌ ‌sul‌ ‌piano‌ ‌tecnico,‌ ‌per‌ ‌cui‌ ‌mi‌ ‌è‌ ‌molto‌ ‌difficile‌ ‌esprimere‌ ‌una‌ ‌preferenza.‌ ‌La questione tecnica nel mio caso riveste un ruolo particolare ed esige una risposta articolata. Considero la tecnica parte essenziale del lavoro direi “fondativa” nel senso che è la base imprescindibile del mestiere.
Per me è inconcepibile un lavoro artistico che prescinde la tecnica, anche se buona parte dell’arte contemporanea l’ha ritenuta superflua se non addirittura negativa. Dico di più: speso è la tecnica che conduce all’opera, la suggerisce, la prefigura, e comunque rimane valida la norma che un certo risultato esige una precisa tecnica. Non nego che un atto creativo possa darsi al di fuori da dettami tecnici; da prassi esecutive codificate, ma ciò esige una perfetta coerenza concettuale per non scadere nella confusione e nella mistificazione. Detto questo devo dire di non avere una predilezione esclusiva riguardo alle tecniche pittoriche. Per la figurazione uso prevalentemente l’olio su tela ma frequentemente l’acrilico e la tavola come supporto. sono sempre stato uno sperimentatore e ciò mi porta ad avere una visione eclettica e alla facile contaminazione degli stili.
Credo che ciò rappresenti la cifra che più caratterizza il mio lavoro.

‌La‌ ‌Storia‌ ‌dell’Arte‌ ‌è‌ ‌ricca‌ ‌di‌ ‌movimenti,‌ ‌correnti ‌tecniche‌ ‌e‌ ‌stili‌ ‌diversi,‌ ‌a‌ ‌quale‌ ‌periodo‌ appartengono gli artisti che più ammiri? ‌
Ho‌ ‌una‌ ‌particolare‌ ‌predilezione‌ ‌per‌ ‌l’arte‌ ‌barocca‌ ‌che‌ ‌considero‌ ‌uno‌ ‌dei‌ ‌periodi‌ ‌di‌ ‌maggiore‌ ‌esplosione‌ ‌creativa‌ ‌nella‌ ‌storia‌ ‌della‌ ‌cultura‌ ‌Europea.‌ ‌

Cosa‌ ‌ne‌ ‌pensi‌ ‌degli‌ ‌strumenti‌ ‌digitali?‌ ‌ Li‌ ‌usi?‌ ‌
Si‌‌,‌ ‌pur‌ ‌riconoscendone‌ ‌l’importanza‌ ‌ne‌ ‌faccio‌ ‌un‌ ‌uso‌ ‌elementare‌ ‌.‌ ‌

Cinema‌ ‌e‌ ‌letteratura;‌ ‌in‌ ‌che‌ ‌rapporti‌ ‌sei‌ ‌con‌ ‌questi‌ ‌linguaggi?‌ ‌
Il‌ ‌mio‌ ‌rapporto‌ ‌con‌ ‌la‌ ‌letteratura‌ ‌è‌ ‌sempre‌ ‌stato‌ ‌un‌ ‌rapporto‌ ‌molto‌ ‌stretto,‌ ‌direi‌ ‌essenziale,‌ ‌la‌ ‌lettura‌ ‌è‌ ‌sempre‌ ‌stata‌ ‌per‌ ‌me‌ ‌una‌ ‌dimensione‌ ‌irrinunciabile,‌ ‌non‌ ‌tanto‌ ‌e‌ ‌non‌ ‌solo‌ ‌sul‌ ‌piano‌ ‌informativo‌ ‌ma‌ ‌proprio‌ ‌come‌ ‌estensione‌ ‌dell’esistenza‌ ‌stessa.‌ ‌Per‌ ‌quanto‌ ‌riguarda‌ ‌il‌ ‌cinema‌ ‌appartengo‌ ‌ad‌ ‌una‌ ‌generazione‌ ‌che‌ ‌deve‌ ‌moltissimo‌ alla quinta arte che poi in realtà è quella che le contiene tutte.‌ ‌ ‌

Ascolti‌ ‌musica‌ ‌mentre‌ ‌lavori?‌ ‌se‌ ‌si‌ ‌che‌ ‌genere?‌ ‌
La musica è come dicevo prima la letteratura sono parte fondamentali della mia esistenza; un nutrimento di cui non potrei fare a meno. e non intendo la musica come “ fondo” ma come “energia”ossia il modo più potente per connettersi con le energie e le vibrazioni cosmiche. La considero la più pura delle arti perché è immateriale. E’ universale, è un linguaggio che non ha barriere ed è recepita da tutti istantaneamente. Vorrei precisare però che ritengo altrettanto fondamentale e necessario il silenzio, tema a cui ho dedicato alcune mie opere.
La musica in forma attiva e il silenzio in forma passiva ci consentono ambedue di ampliare le nostre percezioni. Ascolto musica di vario genere, classica,strumentale, rock, contemporanea.

Cosa‌ ‌significa‌ ‌per‌ ‌te‌ ‌essere‌ ‌pittore‌ ‌oggi?‌ ‌
Non sono in grado di dare una definizione sintetica. La questione è molto complessa. Ho cercato con i miei modesti mezzi in un capitolo del mio libro “La spada, il labirinto e lo specchio” edito nel 2016 da rubbettino, qui mi limiterei a dire che come pittore cerco di rimanere da un lato ancorato alla grande tradizione pittorica, e anche al mestiere della pittura, perché ho sempre sentito prepotente la forza del lavoro dei maestri che ci hanno preceduto, e dall’altro cercare di coniugarla con la sperimentazione, le tecniche e gli strumenti che la contemporaneità ci mette a disposizione.

Su‌ ‌cosa‌ ‌stai‌ ‌lavorando‌ ‌in‌ ‌questo‌ ‌momento?‌ ‌
Sto eseguendo una commissione per una chiesa di Bologna : due tele aventi a tema una Crocifissione e una cena Hemmaus.

Pensi‌ ‌che‌ ‌il‌ ‌tuo‌ ‌talento‌ ‌sia‌ ‌qualcosa‌ ‌di‌ ‌innato‌ ‌o‌ ‌che‌ ‌sia‌ ‌il‌ ‌frutto‌ ‌di‌ ‌tanto‌ ‌lavoro‌?‌ ‌
Non ho idea. So solo che ho sempre sentito un forte bisogno di dare forma a pulsioni, sensazioni, bisogni e percezioni. Probabilmente c’è qualcosa in noi che spinge per venire in superficie per vie imperscrutabili.

Qual’è‌ ‌il‌ ‌messaggio‌ ‌implicito‌ ‌nelle‌ ‌tue‌ ‌opere,‌ ‌cosa‌ ‌vuoi‌ ‌trasmettere?‌ ‌ ‌
Sono convinto che in questo nostro tempo in cui subiamo il dominio del pensiero calcolante, dell’utilitarismo, della svalutazione di ogni metafisica e di una prospettiva che ci condurrebbe al post umano, sia necessario schierarsi dalla parte di un nuovo irriducibile umanesimo, che riscopra la potenza del sentimento e dia centralità alla dimensione umana dell’esistenza. In questo l’arte ha una precisa responsabilità. E in questo senso cerco di dare il mio modesto contributo.

La Ciminiera Gennaio 2022
Lino Natali
Catanzaro Ottobre 2021