LA TEORIA DEL TEMPO FANTASMA

di Raoul ELIA

Cosa pensereste se qualcuno dicesse che il Muro di Berlino è crollato il 9 novembre 1692 e l’attacco alle Torri Gemelle è avvenuto l’11 settembre 1704? Lo prendereste per pazzo? E fareste male, almeno per qualcuno, seguace della teoria cosiddetta del “tempo fantasma”.
Per costoro, le teorie proposte da Hans-Ulrich Niemitz, ingegnere ed ex direttore del Centro di Storia della Tecnologia di Berlino (1946-2010), dallo storico tedesco Heribert Illig (nato nel 1947), e da Anatolij Timofeevič Fomenko, matematico, fisico e professore all’Università statale di Mosca (nato nel 1954), sul “balzo in avanti” che la storia dell’Europa avesse subito, con lo scippo di 297 anni, sarebbe realtà.
Curiosi? Continuate a leggere, ne vedrete delle belle. Lector, intende, laetaberis…

GLI AUTORI

Hans-Ulrich Niemitc – Heribert Ilig – Immanuel Velikovsky – Anatolij T. Fomenko – Nikolaj Aleksandrovič Morozov

Il teorico principale di questa “ipotesi” nonché principale riferimento degli strali degli storici “tradizionali”, è lo storico revisionista tedesco Herbert Illig ha ipotizzato che il sistema di datazione Anno Domini sia stato falsificato con l’aggiunta di un periodo di “tempo fantasma” nell’Alto Medioevo, esattamente dal 614 al 911. Questa teoria, per quanto campata in aria, non è sola, ma è sorta da un sottobosco complottista di un certo risalto.
Il percorso di ricerca di Ilig, infatti, è stato influenzato fin dall’inizio dal lavoro di Immanuel Velikovsky, autore di una tesi secondo cui la Terra avrebbe subito periodiche e catastrofiche collisioni con altri pianeti (Venere e Marte) e promotore di una nuova cronologia degli avvenimenti dell’antico Egitto, della Grecia, di Israele e del Vicino Oriente basata su queste periodiche devastazioni.
Heribert Illig era un membro, anche molto attivo, di un’associazione di studiosi che seguivano le teorie catastrofiste e revisioniste proposte da Velikovsky; per la precisione, l’associazione, attiva tra il 1982 e il 1988, si chiamava Gesellschaft zur Rekonstruktion der Menschheits und Naturgeschichte (“Società per la ricostruzione delle storia umana e naturale”).
Teoria simile viene avanzata anche da Anatolij Timofeevič Fomenko, un matematico e fisico russo, professore all’Università statale di Mosca, noto però soprattutto per essere autore della teoria nota come “Nuova cronologia”, nei fatti non dissimile da quella di Ilig.
In sintesi, le idee della nuova cronologia, continuazione diretta delle idee iniziali di Nikolaj Aleksandrovič Morozov e risultato della collaborazione di parecchi altri matematici russi, tra i quali Gleb Vladimirovič Nosovskij, rendono radicalmente più breve la cronologia convenzionale: la storia dell’Antico Egitto, quella della Grecia antica e la storia romana vengono comprese nel Medioevo, e l’Alto medioevo viene eliminato.
Secondo Fomenko, la storia dell’umanità risale solo fino all’anno 800: a suo dire, non avremmo quasi informazioni sugli eventi fra l’800 ed il 1000, e la maggior parte degli eventi storici che conosciamo sarebbero avvenuti tra il 1000 ed il 1500.
Fomenko asserisce, ad esempio, che il Gesù storico sia la stessa persona del profeta Eliseo (850-800 a.C.), del papa Gregorio VII (1020?-1085), di San Basilio Magno di Cesarea (330-379), di Li Yuanhao (l’Imperatore Jingzong o “figlio del cielo” – imperatore dello Xia Occidentale, che regnò nel 1032-1048), e dell’imperatore bizantino Andronico I Comneno, e spiega la grande differenza nella biografia di queste figure come il risultato di differenza di linguaggio, punti di vista e distanza temporale tra protagonisti e i biografi.

LA TEORIA

Secondo la teoria di Ilig, gli eventi accaduti in Europa e nelle regioni limitrofe in quel periodo sarebbero accaduti in un altro lasso temporale oppure non sarebbero accaduti affatto. La storia sarebbe dunque stata riscritta per introdurvi un lasso di tempo di ben 297 anni, periodo per di più ricco di fatti che, in base a questa idea, non sarebbero mai accaduti.
Perché?
Secondo questa tesi, difesa a spada tratta in libri e articoli come “Das erfundene Mittelalter: Die grösste Zeitfälschung der Geschichte” (“Il Medioevo inventato: la più grande falsificazione della storia”) e “Hat Karl der Große je gelebt?” (“Carlo Magno è mai vissuto?”), questa astrusa mistificazione del calendario sarebbe opera di ben tre falsari dal pedigree più che internazionale: Ottone III di Sassonia, imperatore del Sacro romano impero dal 996 al 1002, il papa Silvestro II (vissuto fino al 1002) e, forse, Costantino VII, Imperatore d’Oriente (905 – 959). I tre autori di questa modifica deliberata avrebbero agito per trovarsi in carica allo scoccare del fatidico anno 1000, indicato come l’inizio del settimo giorno del mondo, in base a un’interpretazione dell’incedere dei sette giorni della creazione.

LE RAGIONI DELLA RESCRITTURA

Da cosa nasce questa teoria? Dai calcoli per la Pasqua.
L’adozione da parte di tutte le nazioni (avvenuta comunque con gran calma, visto che, ad esempio, l’impero russo lo adottò solo all’alba del XX secolo) del calendario gregoriano si rese necessaria a causa di una eccessiva “approssimazione” del calendario giuliano. Il calendario giuliano (cioè voluto da Giulio Cesare) prevedeva che ci fosse un anno bisestile ogni quattro, senza alcuna eccezione. L’anno solare dura 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi e non soltanto 365 giorni.
L’effetto di questo piccolo errore di calcolo fece però si che il calendario giuliano era “in ritardo” rispetto all’anno solare di circa 11 minuti e 14 secondi. Anno dopo anno la data dell’inizio delle stagioni si spostava all’indietro, con un ritmo di un giorno di ritardo ogni 128 anni circa. In questo modo, però, si sarebbe arrivati al punto in cui la Pasqua si sarebbe celebrata in estate.
Il calendario gregoriano prevede che ci sia un anno bisestile ogni quattro, a eccezione degli anni divisibili per 100 ma includendo sempre gli anni divisibili per 400. Questa eccessiva approssimazione del calendario giuliano implicava un grave problema sul lungo periodo. Per scongiurare ciò, il 4 ottobre 1582, con l’applicazione della bolla papale Inter gravissimas, si passò direttamente al 15 ottobre 1582 e il nuovo calendario entrò in vigore.
Secondo Heribert Illig, però, la correzione di 10 giorni non poteva essere sufficiente, in quanto frutto di una pesante sottostima. Se, infatti, si fosse voluto correggere l’errore a partire dal principio del calendario giuliano, i giorni “persi”, nei 1582 anni canonici, avrebbero dovuto essere 13, non 10: mancavano circa tre secoli all’appello. Da qui, il conteggio dei 297 anni mancanti.

LA SPIEGAZIONE

Lo scopo del salto di due settimane, però, non è legato all’introduzione del calendario giuliano, ma all’istituzione della Pasqua e in particolare, del suo calcolo che, come si sa, è legata alla prima domenica 40 giorni dopo l’equinozio di primavera. Questa però, è una data mobile, mentre, all’inizio, era stato stabilito il 21 marzo come giorno convenzionale per l’equinozio di primavera in modo da poter determinare con rapidità la data della Pasqua. Dunque, non era necessario compensare l’errore a partire dall’introduzione del calendario giuliano, ma mettere riparo alle conseguenze dell’atto del concilio di Nicea del 325 che stabiliva per decreto l’equinozio primaverile. Il che spiega la discrepanza nei giorni.

ALTRE DEBOLEZZE

Ottone III

Secondo Illig, Ottone III e Silvestro II avrebbero inventato di sana pianta gli eventi della storia medievale che riguardano i quasi tre secoli in discussione, compresa l’età carolingia e le conquiste arabe. I tre cospiratori avrebbero però dovuto inventare ogni singola fonte datata tra il 614 e il 911, compresi gli atti notarili, conservati nelle abbazie e nei monasteri sparsi in tutta Europa, distribuirli sul territorio e ricostruire personaggi e riferimenti fittizi ad essi collegati, operazione assolutamente impossibile, soprattutto con i mezzi dell’epoca.
E che dire dei documenti che attestano le prime avvisaglie delle lingue romanze, come i vari placiti cassinensi? Meglio di dotti filologi, che all’epoca neanche esistevano (la filologia così come la si conosce ora è stata introdotta dagli intellettuali rinascimentali, in particolare da Lorenzo Valla, solo nel 1400), i tre avrebbero dovuto ricostruire e rendere plausibili i primi vagiti del neonato volgare italiano, così come delle lingue d’oc e oil ecc….
Altra domanda: se gli eventi cronologicamente collocati in quei tre secoli non sono mai esistiti, come possono aver prodotto altri eventi: come può esistere, ad esempio, il Sacro Romano Impero (del quale Ottone III era imperatore), se prima non è esistito il suo fondatore, Carlo Magno? Come ci sono arrivati gli arabi in Europa se Maometto non è mai esistito neanche lui?
Il teorema della falsificazione della storia produce esiti paradossali….
Sebbene meno globalizzata di adesso, comunque anche il mondo medievale era abbastanza connesso da rendere possibili “confronti incrociati” con altre aree territoriali, confronti in cui emerge l’inconsistenza del salto temporale. Inoltre, come dice Rino Gaetano, “il cielo è sempre più blu” e, soprattutto, è sempre lì, con i suoi fenomeni, indipendenti dalla volontà degli umani, fossero anche imperatori, papi e sovrani.
Ed è proprio a partire l’osservazione di vari fenomeni astronomici, fra cui i passaggi della cometa di Halley, descritta dagli astronomi cinesi nel 684, nel 760 e nel 837, che la teoria di Ilig dimostra tutta la sua inconsistenza: non si possono taroccare i cicli della cometa e il cielo, si sa, non risponde alla volontà dell’uomo, neanche adesso….

EPPURE…

Carlo Magno – Jean Hordowin – Isaac Newton – Edwin Johnson – La cometa di Halley

Eppure la teoria di Ilig e Co. non è la prima (e probabilmente non sarà l’ultima) “revisione” della cronologia ufficiale. Vi sono almeno due predecessori.
Jean Hardouin suggerì che molti degli antichi documenti storici fossero molto più recenti di quanto comunemente ritenuto. Nel 1685 pubblicò una introduzione ad una versione della Naturalis historia di Plinio il Vecchio in cui il revisionista ante litteram asseriva che molti testi greci e romani erano in realtà delle falsificazioni ad opera dei monaci benedettini, le cui ragioni erano rivelate in una lettera che avrebbe reso pubblica solo dopo la sua morte, documento mai ritrovato e oggetto di numerose speculazioni.
Nel XVIII secolo anche sir Isaac Newton, il padre della fisica moderna, disse la sua in materia di cronologia rivisitata: a suo dire, esaminando la cronologia comunemente accettata di Grecia antica, Antico Egitto ed antico Medio Oriente e basandosi, chissà poi perché, sulle Argonautiche di Apollonio Rodio, andrebbe rivista la datazione tradizionale della spedizione degli Argonauti, della guerra di Troia e della fondazione di Roma. Ma non basta. Spostiamoci nel XIX secolo.
Nel 1887, fu invece Edwin Johnson a sostenere che la storia delle prime comunità cristiane era stata in gran parte inventata o corrotta nel II e III secolo. Ma, ovviamente, è proprio nel ‘900, secolo del revisionismo storico, che gli intellettuali fanno del loro meglio per riscrivere il passato. Nel 1909 è Otto Rank, nato Otto Rosenfeld (Vienna, 22 aprile 1884 – New York, 31 ottobre 1939), filosofo e psicoanalista austriaco, ad evidenziare varie duplicazioni nella storia letteraria di una varietà di culture. Sorvoliamo (ma ne abbiamo già scritto e ne scriveremo ancora, in altri articoli) sulle interpretazioni deliranti della storia, dalla teoria della Terra del Fuoco e del Ghiaccio alle varianti teosofiche della Genesi, che poco hanno a che fare con la cronologia storica e arriviamo a Nikolaj Aleksandrovič Morozov, principale riferimento di Ilig. Costui descrisse una correlazione tra le dinastie dei re del vecchio testamento e gli imperatori romani, suggerendo una cronologia alternativa, dato che riteneva l’intera cronologia prima del I secolo sbagliata.
Ilig, dunque, non è il solo….

La Ciminiera Dicembre 2021