Impressi nella bellezza dello stupore

di Salvatore CONTE

Si parte in questo viaggio fatto da foto pitture, accumulo di ricordi e di personaggi impressi di una tela.
La prima sensazione che coglie il visitatore guardando un’opera esposta, è un miscuglio di sensazioni dal quale si manifesta il compiacimento o non a riguardo.
Gli oggetti, soggetti, colori, tecniche, vengono messi in secondo piano quando è la storia che parla.
Perché la storia?
La storia è tutto. È racconto di una vita, il vissuto, ma anche vita sociale. La storia potremmo dire siamo ognuno di noi che giorni per giorno affrontiamo la quotidianità.
Mi è data la possibilità di poter narrare la storia di un’artista che oggi con tanto piacere ho da raccontare attraverso le sue opere. O meglio, è lui che si racconta. Io farò da tramite, affinché si possa entrare nella storia dei suoi personaggi.
L’artista Gregorio Falbo che non crea nulla di scontato, anzi, coglie il perfetto significato di qualunque cosa voglia mostrare, oltre ad essere un artista con dalle qualità tecniche eccellenti, ha una sua viva e forza espressiva nel creare le sue pitture potrei dire rara in questo periodo.
È vero, molti artisti realizzano nudi femminili, ritratti maschili di uomini anziani, di mendicanti lungo vie di borghi nazionali, ma pochi sono quelli che riescono a raccontare una storia. Ebbene! Entriamo nel pieno significato delle opere di Falbo uomo e artista, che attraverso la sua sensibilità con moderata passionalità ma con fiera attenzione al disagio umano, ci racconta un mondo che spesso è meglio non ricordare.
L’artista in questione secondo il mio gusto personale, è uno di quelli che mi prende personalmente. Secondo me lui Gregorio Falbo vuole raccontarci un qualcosa, ma cosa? È innanzitutto una straordinaria rappresentazione pittorica fotografica trasformata in pittura, dove mette a risalto anche il suo percorso artistico, maturato e ricercato.
Probabilmente molte sono le influenze nelle vene di un artista, ma le più sanguinarie sono quelle delle radici come in questo caso uomo del sud. Apprezzando lo studio anatomico che rientra nella sua ricerca di perfezionamento, nel NUDO SU CARTA adagiata su un lenzuolo di calda sanguigna, la ragazza avvolta tra un piacere assonnato mostra di essere sensuale nelle impronte che Falbo lascia su questi tratti. Pertanto Gregorio Falbo, non si lascia prendere solo dalla dottrina estetica del corpo come eccellenza della perfezione, ma percorre anche la strada da bravo fotografo pittorico l’emarginazione.
Mi riferisco ai due ritratti ETIOPIA. Cosa elencare dinanzi a tale bellezza? Che impressione lascia dentro di noi dopo esser penetrati dagli occhi umani? Qui c’è la storia di cui all’inizio facevo cenno. Bisogna soltanto contemplare quanto ricca sia l’opera che raffigura due giovani dalle mani congiunte che si fermano dopo un duro lavoro a riposare.
Il realismo è acceso dalle stanche membra, ma anche da quegli occhi stanchi e provati nel quale la loro bellezza ci arriva ancora più forte.

Vitam esclusioni proponit contemplationem”

cioè l’emarginazione diventa contemplazione.

Allora contempliamo le opere con il giusto merito, sia che si tratti di paesaggi, volti, oggetti o altro perché l’arte attraverso questi ha da raccontare una bellezza dallo stupore magnetico.

La Ciminiera – Aprile 2022