Ho incontrato: Mario LOPRETE

di Lino NATALI

  • Vuoi farci una piccola presentazione di te come persona prima che come artista?

Mi chiamo Mario Loprete, sono un artista e sono nato a Catanzaro, che dista sole 9 ore di volo da New York. Sono una persona solare ed estroversa. Viaggio molto. La vicinanza all’aeroporto internazionale rende gli spostamenti molto più facili.
Ogni volta che parto,prendo una casa in affitto, per un periodo di almeno due settimane, nelle città europee che potrebbero ispirare il mio lavoro e consolidare rapporti di lavoro con galleristi e collezionisti che ho iniziato su internet.

  • Parlaci un po’ del tuo percorso artistico

Ho iniziato da autodidatta, copiando i grandi Maestri per acquisire tecnica e cercando di capire i segreti che trasformavano i quadri in capolavori. Ho frequentato lo studio di un artista catanzarese per 6 anni durante i quali ho affinato e migliorato sostanzialmente la mia pittura.
Ma la svolta è stata l’Accademia di Belle Arti. Ho incontrato giovani artisti che mi hanno stimolato e fatto capire che mi dovevo svincolare da una pittura anacronistica e cercare una mia identità artistica attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi e materiali. La pittura per me è il mio primo amore. Un amore importante, puro. Creare un dipinto, partendo dalla ricerca spasmodica di un concetto con cui voglio trasmettere il mio messaggio questo è per me il fondamento della pittura.
La scultura è la mia amante, il mio tradimento artistico alla pittura, quell’amante voluttuosa e sensuale che ispira emozioni diverse e che toccano corde proibite. Penso che la formazione sia necessaria per ogni professione, nell’arte è ancora più importante. Dieci persone che studiano per diventare chirurghi, quando finiranno gli studi saranno migliori nella loro professione nella misura di quanto si avvicineranno ai risultati dei migliori di loro.
In arte è diverso, devi sapere e sapere che non sai. Un artista deve essere unico e per esserlo deve conoscere la storia dell’arte e di chi lo ha preceduto.

  • Lavori su una sola opera per volta o ne porti avanti diverse contemporaneamente?

Amo molto la progettazione delle mie mostre. Faccio una raccolta di immagini inerenti al tema proposto e poi inizio tante opere contemporaneamente. Mi è capitato di lavorare fino a 60 opere simultaneamente, per ottimizzare i tempi di realizzazione che la pittura ad olio richiede.

  • Ci sono soggetti, colori e materiale dominanti nelle sue opere?

I soggetti dei mie lavori ruotano tutti al mondo dell’Hip Hop e della contemporaneità. Nei miei quadri, Rappers famosi si alternano a persone comuni , still lifes a paesaggi metropolitani ,dipinti con una tavolozza ampia dominata dai colori caldi. Da quasi 15 anni per i miei lavori utilizzo il cemento armato come supporto. Il cemento armato, è stato creato duemila anni fa dai romani. Racconta una storia millenaria, ricca di anfiteatri, ponti e strade che hanno conquistato il mondo antico e moderno. Ora, cemento armato è sinonimo di modernità. Ovunque tu vada, trovi un muro di cemento: la traccia inequivocabile del passaggio dell’uomo moderno. Da Sydney a Vancouver, da Oslo a Pretoria, il cemento armato è presente, ed è questa presenza che permette ai writers di esprimersi.
Le serie di dipinti e sculture in cemento mi ha dato soddisfazioni personali e professionali a livello internazionale. Come sono nate? E’ il risultato di un’importante indagine sul mio stesso lavoro.
Ho cercato per anni il quid, quel qualcosa di speciale che sentivo mancare alle mie opere . Ripensando al mio lavoro, ho capito che c’era una certa logica semantica e semiotica “parlata” dalle mie immagini, ma il giusto supporto per valorizzare il loro messaggio non c’era. Il cemento fu la soluzione. L’anello di congiunzione.

  • Quale tecnica prediligi?

In questi ultimi 2 anni ho lavorato quasi esclusivamente alle mie sculture in cemento.
Per le mie sculture in cemento utilizzo il mio abbigliamento personale. Attraverso alcuni processi artistici, in cui utilizzo gesso, resina e cemento, li trasformo in opere d’arte da appendere. La mia memoria, il mio DNA, i miei ricordi restano concretizzati dentro, trasformando chi guarda le opere in una sorta di archeologo postmoderno che studia le mie opere come fossero manufatti urbani.
Mi piace pensare che chi guarda le mie sculture realizzate nel 2020 potrà percepire l’angoscia, la vulnerabilità, la paura che ognuno di noi ha provato di fronte ad un problema planetario che era il covid 19… sotto uno strato di cemento ci sono i miei vestiti con cui ho vissuto questo periodo nefasto.
Abiti sopravvissuti al covid 19, molto simili a quanto sopravvissuto dopo la catastrofica eruzione bimillenaria di Pompei, capaci di raccontare l’incapacità dell’uomo di affrontare la tragedia delle vite spezzate e delle economie distrutte.

  • La Storia dell’Arte è ricca di movimenti, correnti, tecniche e stili diversi, a quale periodo appartengono gli artisti che più ammiri?

Amo l’Arte in tutte le sue forme. Paragono l’arte alla cucina.
I movimenti, gli stili, le correnti non sono altro che ingredienti di ricette di cultura.
Un giorno preferiamo nutrirci di un piatto elaborato, in altri gustiamo qualcosa di più semplice. Più conosciamo i vari ingredienti e più affiniamo il palato nel gustare ciò che ci viene offerto.
Ma se dovessi essere costretto a scegliere un artista, beh allora Vincent Van Gogh è in assoluto il mio preferito.
Quando visitai la prima volta il Van Gogh museum di Amsterdam restai immobile davanti ad un suo ritratto per ore. Colto dalla “sindrome di Stendhal” mi persi nel suo sguardo magnetico e studiai ogni singola pennellata cercando di percepirne l’esecuzione. L’arte e’ sublimazione, l’estasi dello spirito che ti marchia a fuoco per tutta la vita.

  • Cosa ne pensi degli strumenti digitali? Li usi?

Amo molto il cinema e gli effetti speciali. Anni fa iniziai a produrre piccoli video, ma quando capii che rubavano spazio e tempo alla mia arte , smisi subito senza rimpianti.

  • Cinema e letteratura; in che rapporti sei con questi linguaggi?

Adoro il cinema. Sono un amante dei film dei fratelli Coen, dei capolavori di Hayao Miyazaki. Amo molto leggere i classici di Poe, Wilde , Hemingway, in quanto credo siano propedeutici per la lettura degli autori contemporanei.

  • Ascolti musica mentre lavori? se si che genere?

La musica è la colonna sonora del mio lavoro. In studio ascolto la radio se sto progettando e abbozzando i lavori, ma per la loro realizzazione ascolto hip hop americano: Eminem, Busta Rhymes, J. Rule, Snoop Dogg che lo scorso anno ha postato sul suo profilo instagram da 58 milioni di followers un mio ritratto , cosa che non è passata inosservata al collezionismo americano .-

  • Cosa significa per te essere “artista” oggi?

Il sistema dell’arte italiano è drogato di false aste che fanno alzare i prezzi di artisti indegni e rompendo le ali e i sogni di chi vive l’arte la propria pelle nel più totale disagio economico.
Davanti a questa realtà, gli artisti hanno solo due possibilità: possono adeguarsi a ciò che il mercato e gli operatori artistici chiedono, pervertendo il proprio modo di fare arte, oppure si impegnano a trovare un lavoro che li renda economicamente emancipati, ma liberi di continuare a portare avanti il loro personale progetto artistico.
Se è difficile fare l’artista in Italia, è quasi impossibile farlo in Calabria. La cultura nelle nostre città è gestita da autocrati figure che gestiscono gli spazi pubblici con fare privatistico a scapito degli artisti calabresi che vengono trattati come “artisti locali”, nel senso spregiativo del termine.

  • Su cosa stai lavorando in questo momento?

Dopo le recenti mostre alla North Carolina University of Charlotte nel settembre 2021 e alla Bibliotheke of Venlo in Olanda , sto lavorando alacremente per preparare i lavori per alcune mostre personali in programma :

  • luglio 2022 al Passaic County Arts Center Hawthorne, New Jersey
  • settembre 2022 al Falkirk Cultural Center – SAN RAFAEL – U.S.A.
  • maggio 2023 alla AVAPAI COLLEGE PRESCOTT ART GALLERY di Prescott Arizona U.S.A.
  • settembre 2023 alla DOMINICAN UNIVERSITY OF CALIFORNIA in SAN RAFAEL – U.S.A.
  • Pensi che il tuo talento sia qualcosa di innato o che sia il frutto di tanto lavoro?

Il lavoro dura paga sempre.
Non ho mai voluto essere un pittore della moda del momento.
Mi sforzo di soffermarmi sulla qualità pittorica dei contenuti.
Non è l’uomo che sceglie di essere artista, ma è l’arte che possiede la persona

  • Qual’è il messaggio implicito nelle tue opere, cosa vuoi trasmettere?

La mia arte è sempre dedicata a chi sa riconoscerla. A chi può vedere un messaggio. A chi vede il mio messaggio. L’arte si compra per passione, per piacere, per investire. Mi piace pensare che chi compra le mie opere, acquista anche una porta spazio-temporale e chi vuole entrarvi, sarà condotto nel mio mondo, nel mio modo di fare arte.