Giovanni CURTO e la “PITTURA MINERALICA”

di Vittorio POLITANO

L’artista Giovanni Curto nasce a Catanzaro nel 1955. È di indole irrequieto, irriducibile e passionale.
Inizia i suoi studi accademici che interrompe per proseguire la sua ricerca artistica con interesse, sentimento, in libertà.
Inizia a ruminare ed elaborare un concetto fondato sull’apprendimento geologico della natura e la sua essenza pittorica subisce una sterzata rilevante e diviene uno dei “pittori mineralici” più autorevole e testimone eccellente di questo movimento pittorico del ‘900 calabrese.
Sviluppa il suo studio sull’uomo, considerandolo contemporaneamente come soggetto, e comeaggregati.Indagala teologia in senso largo, ovvero ogni dottrina relativa a Dio, o agli dei, o più genericamente alla religione, ma anche riflettendo intorno al dato rivelato con riferimento alla religione cristiana, alla ricerca di un’astrazione surreale che lo collega all’infinito e lo costituisce cercatore di dio. Inoltre si misura sulla sua capacità di svelare la vitalità misteriosa, oscura, esoterica e fantastica, attraverso le trasparenze delle pietre, dei cristalli, dei geodi, delle gemme preziose e dei quarzi ialini, il tutto trasposto con i colori e inseguendo l’obiettivo di esplorare a fondo l’anima umana. I corpi e i volti si rivelano e si costituiscono così mediante le pennellate, spesso in apparenza anche imprecisate.

E’ tempo di eroi

Curto si può definire pittore dell’anima, nei suoi dipinti passato, presente e futuro si fondono in piena armonia e spiritualità e diviene un seducente ricercatore di quella luce metafisica che anticipa e predispone alla sua spiritualità vigorosa. Il suo processo iterativo del fare, tocca la dimensione fantastica, onirica con valenze simboliche/allusive, parte dalla conoscenza di enti singoli ed escludendone gli aspetti particolari e accidentali giunge a formulare un concetto universale che caratterizza la sua pittura. Per lui, l’arte è un luogo di assoluta emancipazione inventiva, un vero e proprio spazio di ricerca, un autentico laboratorio mentale dove le sue opere portano inevitabilmente in quella espressione artistica che prescinde dalla realtà della natura, dai suoi reali rapporti e leggi per crearne un’altra, in cui oggetti e persone rappresentate fuori del loro ambiente consueto o in accostamenti fantastici acquistano un nuovo suggestivo significato, magari astorico. Un cammino nell’irreale quindi che celebra la ricchezza spirituale di una pittura prossima al sogno.

Armaghedon

Curto è un artista espressione del nostro tempo, con passione, forza visionaria e linguaggio personale ha affrontato le principali fonti della pittura del Novecento, per coglierne gli aspetti che meglio traducono il senso di contemporaneità. La sua ricerca pittorica parte da queste basi alla conquista di un linguaggio nuovo, moderno, musicale, flessibile, contrassegnato da note coloristiche inconfondibili che ne stimolano una lettura unica. Il risultato sono opere senza spazio e senza tempo in totale libertà compositiva, cariche di vibrazioni emozionali e misticismo trascendentale.Scava nel suo profondo, facendo riemergere pensieri nascosti, mediante l’uso di un linguaggio discordante tra il figurativo e un sottile astrattismo cromatico. E qui che la pittura dell’artista sollecita l’intesa dell’amore con la ricchezza dell’anima dell’uomo. Le sue opere nascono e vivono certamente nel nostro tempo ma coesistono con tradizioni, credenze e trascendenza spirituale che si rilevano manifestamente in tutte le sue opere, suscitando così nei fruitori una bellezza fantastica, irreale.L’osservatore è accompagnato cosìin un viaggio cosmico all’interno della materia, dai suoi strati più profondi sino ai giochi di trasparenze e di luci affioranti in superficie. È la genesi di una memoria pregna di sensazioni, di emozioni, di suggestioni catturate e rimandate direttamente sulla tela dalla materia del colore.Un colore a volte morbido, lirico, melodico. Anche quando il linguaggio figurativo riappare è pur sempre trasfigurato dal colore, dalla libertà della pennellata, dall’intensità dell’emozione, dalla poetica dell’interiorità. La pittura di Giovanni Curto è carne e respiro, è spirito e sangue, è fuoco aria terra e acqua: ogni tela mette a nudo la sua anima per donarci spazi di meditazione che invitano alla scoperta delle profondità dell’essere. L’elemento naturalistico e imitativo perde completamente importanza per l’artista, che si abbandona ad un astrattismo lirico e ricco di evocazioni immaginifiche, che sembrano riportarlo alle sue origini. Unisce la concezione del paesaggio cosmico alla pittura astrattista. Egli vive la pittura nella sua accezione più lirica e spirituale, anche nell’uso di un colore tenue dalle mille sfumature che si sovrappongono con trasparenze e giochi di luce. Essere immersi, attraverso il gioco artistico, nelle trasparenze cosmiche in un movimento velocissimo che da qui sembra immobile e ti suggerisce solo l’intuizione del tempo e dello spazio. Viaggiare nella materia sino alla più fluida e lasciarsi contaminare da queste memorie geologiche, minerali. Lasciare passare la luce fino a mostrarsidi essere imbrigliata in strutture nelle quali può danzare. Contemplarla per indagare con lo sguardo al di là delle sovrapposizioni cromatiche le memorie arcaiche. Movimento/immobilità. Tempo/non tempo. Vita/non vita, in un continuum.


La Ciminiera – Giugno 2022