Francesco Mirarchi: fra musica ed emozioni

di Raoul ELIA –

Natura morta con strumenti musicali ( tradizionali della Calabria), olio su tela 120×90

Nella ritrattistica, la mano di Francesco Mirarchi si dimostra precisa e chiara nel riprodurre le fattezze dei personaggi.
Una mano, quella dell’artista, perfettamente in grado di rendere con matita e carboncino così come con l’acquerello, espressioni e personalità del soggetto ritratto, sia esso un personaggio dello spettacolo, come Eduardo De Filippo, attore, regista e drammaturgo napoletano celebre in tutto il mondo, Peppino De Filippo, compianto attore di cinema e teatro, fratello di Eduardo e co-protagonista di numerosi film con Totò, la bellissima Audrey Hepburn, attrice protagonista di tante commedie hollywoodiane come Vacanze romane, con Cary Grant, nonché modella per la protagonista della serie a fumetti Bonelli Julia, Lauren Bacall, indimenticabile protagonista di Casablanca, sia un modello, come il monello del film omonimo di Cahrlie Chaplin o la ragazza dagli occhi azzurri e il bambino con sassofono, in cui i colori frizzanti dell’acquerello danno vitalità ed energia al personaggio in primo piano, senza però fargli perdere una propria fisionomia e gli elementi che ne contraddistinguono il carattere.
Ma la produzione più originale dell’artista è sicuramente legata al sottogenere chiamato Natura morta con strumenti musicali.
Inventato da Evaristo Baschenis, pittore bergamasco che seppe attraversare con maestria l’intero secolo del Barocco, questo nuovo genere di Natura morta, derivazione etnomusicale della Natura morta tradizionale (che di solito raffigura cacciagione, frutta e verdura) resa celebre, tra gli altri, dal Caravaggio con la sua Canestra da Frutta, si caratterizza per la presenza di strumenti musicali, descritti con mirabile precisione da mani esperte di un profondo conoscitore degli strumenti rappresentati.
Come il maestro, anche Francesco Mirarchi è esperto conoscitore degli strumenti musicali dell’epoca in cui la Natura morta era genere di gran moda, cosa ancor più mirabile se si pensa che sono passati secoli da quando questi strumenti sono stati usati con frequenza e di alcuni, se non fosse stato per l’artista presentato, sarebbero probabilmente finiti nel dimenticatoio.
In entrambi i pittori, gli oggetti e gli ambienti sono riprodotti con grande realismo, ma, mentre Baschenis propende per sfondi damascati e con colori di terra, la composizione in Mirarchi si riverbera in sfondi caratterizzati da colori netti, il rosso (che richiama Natura morta con strumenti musicali di Cristoforo Munari (1710 circa, Firenze, Uffizi)) o il blu della tovaglia e il nero dello sfondo fanno risaltare in modo più definito gli oggetti, e in particolare i dettagliatissimi strumenti musicali.
Quasi del tutto assente la componente frutta/verdura, i quadri sono concentrati su manoscritti, metronomi e strumenti musicali, con manichini (che richiamano la statuetta in Natura morta con strumenti musicali e statuetta di Baschenis), libri e altri oggetti di vita quotidiana a ricordare, come per il genere della Natura morta tout court, la presenza dell’uomo e la caducità dell’esistenza.

La Ciminiera – Febbraio 2022