Francesco MIRARCHI

di Lino NATALI

Parlaci un po’ del tuo percorso artistico
Il mio percorso artistico nel campo dell’arte figurativa è abbastanza anomalo, dopo il diploma al Liceo artistico segue una pausa lunghissima di circa un trentennio, dove mi dedico completamente agli studi musicali, ottenendo tre diplomi in altrettanti conservatori di musica, e dedicandomi all’attività concertistica e all’insegnamento, attività che tuttora svolgo, alternandola adesso però al lavoro nel campo figurativo, questo ritorno all’interesse per la pittura risale a circa 5 o 6 anni orsono, naturalmente in quel periodo mi sono anche reso conto che avevo bisogno di approfondire le mie basi e le mie conoscenze tecniche, e così ho cominciato a frequentare corsi e botteghe di importanti artisti della Capitale, la città in cui vivo. Questi Maestri mi hanno permesso di esplorare più a fondo le varie tecniche di cui oggi mi occupo,in particolare la pittura a olio e l’acquerello

Lavori su una sola opera per volta o ne porti avanti diverse contemporaneamente?
Lavoro assolutamente su una sola opera per volta,anche perchè non ho uno studio tutto mio,e quindi devo fare conto con lo spazio.

Ci sono soggetti e dei colori dominanti nelle sue opere?
Lavorando prevalentemente su un genere ben preciso come la natura morta con strumenti musicali è chiaro che i soggetti predominanti sono gli strumenti, di cui specie nel campo delle epoche rinascimentale e barocco sono un profondo conoscitore, ho un diploma in liuto conseguito al conservatorio G. Verdi di Milano, e una lunga attività concertistica nel repertorio di questo periodo. Per quanto riguarda i colori uso prevalentemente le terre, come la terra d’ombra e la terra di siena che mi danno un effetto timbrico che si adatta molto ai legni degli strumenti

Quale tecnica prediligi?
Le tecniche che prediliggo e quindi uso più frequentamente sono: la pittura ad olio per le nature morte con strumenti, e l’acquerello, dove mi concentro soprattutto sui paesaggi e sui ritratti credo, a volte faccio escursioni nel campo del disegno, con i ritratti a matita o anche usando sanguigna e pastelli, ma adesso sempre di meno.

Natura morta con strumenti musicali, olio su tela 100×70

La Storia dell’Arte è ricca di movimenti, correnti, tecniche e stili diversi, a quale periodo appartengono gli artisti che più ammiri?
Quando frequentavo il Liceo artistico,a cavallo fra gli anni 70 e gli anni 80, si viveva un periodo di rivoluzione culturale, tutti eravamo attratti dalle avanguardie, io in particolare da quella americana con Andy Warrol in testa, oggi sono molto interessato ad approfondire gli aspetti dell’arte figurativa, sono attratto dalla pittura tardorinascimentale e del periodo fiammingo, cerco di approfondire quelle tecniche, studiando anche sui trattati dell’epoca come il trattato di Cennino Cennini, che rappresenta una pietra miliare per la comprensione della pittura di quel periodo.
Cosa ne pensi degli strumenti digitali? Li usi?
Non uso affatto strumenti digitali,tranne la macchina fotografica, che mi serve per le immagini a cui lavoro,fondamentalmente mi ritengo un artigiano di bottega, tuttavia ritengo che vivendo ormai in un’epoca digitale, neanche l’arte figurativa si può sottrarre all’uso di questi mezzi.

Cinema e letteratura; in che rapporti sei con questi linguaggi?
Amo entrambe queste forme d’arte, purtroppo non leggo molto ultimamente, il tempo è sempre tiranno, il cinema quando posso, lo frequento di più.

Ascolti musica mentre lavori? se si che genere?
Non potrei dipingere senza ascoltare musica, anche perchè io stesso svolgo questa attività, i generi che ascolto sono vari, a seconda del momento, ho comunque una predilezione per la musica barocca, Bach e Vivaldi come Handel e Scarlatti non mancano quasi mai nella scaletta che utilizzo come colonna sonora per i miei lavori

Cosa significa per te essere pittore oggi?
Essere pittore oggi come essere musicista o svolgere un’ altra attività che riguarda la sfera artistica, è innanzitutto una grande sfida, viviamo in un’epoca in cui l’arte è considerata un semplice contorno e l’artista una persona che, per bene che vada, coltiva delle passioni ,ma non esercita un vero e proprio lavoro, un’epoca in cui il consumismo la fa da padrone, dove si mercifica sempre di più l’aspetto esteriore.
Anche se ultimamente sto notando una leggera inversione di tendenza nelle nuove generazioni.

 

Natura morta con strumenti musicali. commissionata dalla Casa del mandolino a Napolidove è esposta. Piazza Museo Filangieri, 247, 80138 Napoli NA. Olio su tela 100×70

Su cosa stai lavorando in questo momento?
Ho appena iniziato una mia versione del suonatore di liuto, quindi l’inserimento della figura nella natura morta con strumenti, questo è un tema magnificamente affrontato da artisti immensi come Caravaggio e Artemisia Gentileschi, naturalmente non cercherò di imitare nel modo più assoluto queste immense opere, ma, nel mio piccolo cercherò appunto di fare qualcosa di originale, il tema è molto difficile, ma è solo affrontando le difficoltà che si cresce artisticamente

Pensi che il tuo talento sia qualcosa di innato o che sia il frutto di tanto lavoro?
Credo molto nel lavoro e nella disciplina, concetti questi che mi porto dietro dal mio lavoro nel campo musicale, anche se avere una certa predisposizione aiuta senz’altro.

Qual’è il messaggio implicito nelle tue opere, cosa vuoi trasmettere?
Penso, non solo per me, ma per chiunque si dedichi al mondo dell’arte quello che si vuole trasmettere è la bellezza, noi tutti, il mondo intero, oggi ne abbiamo sempre più bisogno.

La Ciminiera – Febbraio 2022