Foto+Pittura = Gregorio FALBO

di Pasquale NATALI

Se volete scoprire cosa un artista può ottenere da una base fotografica e un computer, vi invito a studiare le foto-pitture di Gregorio Falbo.
Non è retorica, non sono uso vantare qualsiasi manufatto artistico come fosse un capolavoro, ma sento di dover fare alcune considerazioni dopo aver studiato con attenzione la tecnica ed i lavori di Gregorio Falbo.
Gli artisti ricercano stimoli ed ispirazione da ogni fonte possibile, che sia letteraria, poetica, biografica o religiosa, nonché della realtà circostante. Quest’ultima veniva riprodotta direttamente sul luogo in bozza su fogli mobili, per poi essere trasformata successivamente in un lavoro completo in studio. Con l’avvento della fotografia si è ottenuto un metodo migliore e più pratico del blocco cartaceo per prendere appunti, sostituendo la prima fase del processo. Quindi la foto non era mai l’opera finita, ma una base per la successiva ricerca di soggetto, composizione e colore.
La tecnologia moderna ne ha ampliato le possibilità, fornendo all’artista i mezzi che gli sono più consoni e dandogli persino la possibilità di personalizzarli in base alle proprie necessità. Egli adesso può creare e predisporre la sua tavolozza ed i suoi pennelli per ottenere segni grafici inediti ed ogni sorta di risultato artistico.
A chiunque si avvicini allo studio dell’arte moderna e contemporanea risulta evidente che vi sia un uso costante della fotografia come base per la creazione delle opere, ad esclusione di pochi sparuti, talentuosi e coraggiosi artisti che si cimentano in gare estemporanee.
In generale, l’evoluzione pittorica e artistica è sempre stata attratta dalle novità ottenute con la ricerca scientifica. Dai nuovi materiali utili ad esplorare cromatismi inediti ed agli strumenti per usarli. Così è cresciuta l’offerta di pennelli e oggetti, materiali e virtuali, opportunamente studiati per ottenere effetti strabilianti.
Il Personal Computer che accompagna l’artista nel suo processo creativo, offre una tavolozza con miliardi di colori e pennelli delle più svariate forme e caratteristiche organiche. In più, l’artista che è anche un talentuoso informatico ha la possibilità di crearsi virtualmente gli strumenti adatti ad ottenere il risultato si prefigge.
Tutto quanto sopra esposto ho avuto la possibilità di provarlo con mano in quasi 40 anni di esperienza con la grafica computerizzata, i cui primi approcci risalgono allo storico Sinclair ZX81 con niente poco di meno che 1 Kbyte di RAM.


Oggi fare una fotografia è alla portata di tutti: non servono più costosi strumenti dedicati e neanche una particolare esperienza, basta lo smartphone che ognuno di noi ha in tasca. E con le app è anche possibile applicare dei miglioramenti al colore, recuperare luci ed ombre, trasformare una foto in un disegno. Tutto con pochi, semplici passaggi.
Il punto è che il risultato potrà anche essere piacevole, ma sarà sempre frutto del lavoro di qualcun altro. Storicamente era il programmatore ad esserne responsabile, grazie alla scrittura delle linee di codice che generano un effetto, oggi si usa sempre di più l’Intelligenza Artificiale, ma il succo non cambia: finché l’esito di una manipolazione dipenderà da fattori esterni all’artista, egli potrà soltanto decidere il soggetto della foto e poi affidarsi alla casualità dell’elaborazione informatica.
Nelle opere di foto-pittura di Gregorio Falbo, invece, niente è davvero occasionale, fin dallo scatto.
Come in un qualsiasi studio artistico, vengono predisposti a video pennelli, tavolozze, oggetti di sfondo e di riempimento, elementi personalizzati secondo i canoni estetici dell’artista.
Linee, masse di colore e aggiunte compositive presentano allo spettatore un risultato pittorico-fotografico del soggetto con nuovi evidenti particolari che la sola vista fotografica, il più delle volte, sfuma o ammorbidisce.
L’artista-fotografo Falbo sceglie con attenzione il taglio fotografico ed ogni suo scatto viene successivamente rimodulato in una composizione ricca di nuovi particolari, di segni grafici e cromatici determinati con sapienza al fine di trasformare la realtà oggettiva della fotografia in una sorprendente esperienza “metafisica”.

La Ciminiera – Aprile 2022