Antologia degli scrittori calabresi

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Un’Antologia per presentare i letterati calabresi

di Pasquale Natali

Nel programma editoriale presentato al Consiglio Direttivo del Centro Studi Bruttium ad inizio anno sociale, avevo preventivato la pubblicazione, cartacea e multimediale, di un volume che raccogliesse l’esperienze maturate nel corso dell’iniziativa “Nel cassetto delle memorie”.
Gli avvenimenti, le elezioni amministrative e politiche, avvenute sul territorio calabrese, nonché la triste esperienza avuta, ad inizio anno 2005, con un “superficiale” Assessore provinciale alla Cultura di Catanzaro (certo Arch. Rubino), avevano indotto l’Associazione “Bruttium” a sospendere non solo la pubblicazione della rivista “La Ciminiera”, (fruibile solo via internet sul sito associativo all’indirizzo
www.centrostudibruttium.org) ma anche a rallentare le attività culturali programmate per l’anno in corso.
Rimaneva, comunque, il piacere di mantenere i rapporti con poeti, pittori, saggisti ecc. operanti in
Calabria o fuori di essa. Rapporti che, oltre a far aumentare il numero dei volumi della biblioteca
associativa, hanno permesso la lettura di opere letterarie altrimenti difficili da reperire.
Nel mese di Ottobre alla notizia ufficiale di un modesto contributo, da parte della Regione Calabria
Assessorato alla Cultura, finalizzato alla ricerca e pubblicazione di una Antologia dei letterati Calabresi, mi sono messo all’opera per individuare chi potesse affrontare, in poco tempo, l’arduo incarico di curare il primo volume.
La necessità era non solo rispettare i tempi, dicembre 2005, ma proporre un’opera che si distinguesse: non per il grandissimo numero di pagine, non per i grandi ed insigni letterati inseriti; non per le innumerevoli foto a colori; non per le “erudite” note.
Il pensiero si soffermava: ad un numero di pagine garantito dalla possibilità economica associativa;
ad un formato dei nostri “I Quaderni – Speciale”; all’inserimento di un numero d’immagini discreto e
in B/N; all’inserimento di letterati calabresi viventi e tuttora operanti; ad una non solo “erudita” ma anche frizzante e non usuale presentazione dell’opera e dei vari autori.
Il risultato auspicato poteva essere compiutamente soddisfatto solo dal prof. Raoul Elia, carissimo amico e prezioso collaboratore, il quale, pur esternandomi continuamente tutti i suoi innumerevoli impegni scolastici e familiari (come fa sempre), non ha mai deluso.
Non mi ero sbagliato.
Buona lettura.
Catanzaro 18 dicembre 2005


Introduzione all’introduzione, ovvero
“Perché un’altra antologia degli scrittori calabresi?”

di Raoul ELIA

Perché un’altra antologia degli scrittori calabresi? Se ne pubblicano tante, tutte più o meno valide ed interessanti, tutte con i propri nomi sbandierati, più o meno celebri, più o meno celebrati.
Fare un’antologia, già in partenza, indica la necessità di operare una scelta. E una scelta ha i suoi
bravi criteri (si spera, almeno, li abbia), che possono essere più o meno validi, ma sempre criteri sono. C’è chi sceglie in base all’area geografica, chi alla storia, chi ai temi o alle scelte di genere e stilistiche, ma tutti, in qualche modo fanno una scelta. E fare una scelta significa escludere qualcuno (che potrebbe magari prendersela a male) e soprattutto rischiare di trascurare qualcosa o qualcuno di importante, e ciò è tanto più probabile quanto più, come lo scrivente, si è smemorati e distratti.
E allora, perché fare un’altra antologia? Perché rischiare?
Perché, evidentemente, c’è ancora qualcosa da dire, sulla letteratura calabrese.
Vediamo cosa.

Chi è che scrive, chi è che cura(l’antologia, s’intende)

Quando mi hanno chiesto (eufemismo, per “costretto”, o almeno “vigorosamente invitato”) di curare questa antologia di scrittori calabresi, oltre a pormi la vexata questio (ovvero la domanda) vista sopra, mi sono domandato come avrei voluto organizzare un’opera del genere (premetto che è la prima e, visto il risultato, temo anche l’ultima, che mi chiameranno a curare). Il prof. che c’è in me, nascosto
da qualche parte nel profondo della mia anima, non ha atteso un attimo per prendere la palla al balzo e, meglio dell’ahimè ritirato Michael Jordan, anche il controllo della situazione.
Così, il caro prof., fra una pila di compiti e un’altra di verbali, fra un’interrogazione e una marea di
giustificazioni, ha trovato il tempo di costruire tutta questa roba.
Poi, finalmente, ho ripreso il controllo. Ho dato uno sguardo al tutto e mi è sembrato corretto e preciso, si, ma un po’ senz’anima. Un’antologia come le altre. Confesso di essermene andato a dormire, un po’ sconcertato. Nel sonno, però, dev’essere successo qualcosa, forse sono un po’ sonnambulo, perché, al mattino, mi sono ritrovato un’antologia del tutto stravolta, piena di commenti buffi, battutine (e battutacce). Il primo impulso è stato quello di cancellare e riscrivere il tutto nella forma più classica dell’antologia, ma era troppo divertente (anche se un po’ schizzata), così ho
deciso di tenerla, anche sotto il consiglio (eufemismo anche questo per “imposizione”, quando non “ordine imperiale”) dell’editore, che aveva anche lui messo mano, di nascosto del sottoscritto, al testo (a proposito, noterete varie note del sopra citato soggetto), e di dividere, meritatamente, con le tante personalità che vi hanno contribuito il merito di questa antologia che avrà almeno il merito di essere un’opera corale (credo che sia la prima, tra l’altro, ho vinto quarchecosa? Ho vinto quarchecosa… Niente? Niente).

Criteri, questi sconosciuti

Dunque, dopo la parentesi schizzofrenica del curatore, torniamo a noi.
Ogni studente (anche il più scapestrato, che ha aperto il libro per sbaglio una volta, mentre cercava
la scheda della Playstation) sa che un’antologia è una scelta di brani di autori. Una selezione, insomma, come a Miss Italia (ce li vedo, gli scrittori, a sfilare con il loro libro davanti a una giuria di belle ragazze, hi hi hi).
Come tutte le selezioni, si basa su dei criteri (anche se solo per gioco), i famosi “criteri di selezione”.
Supponiamo che anche questa antologia abbia i suoi criteri di selezione (lo so, vi chiediamo una forte dose di fiducia, ma vedrete, non ve ne pentirete… spero). Quali sono?
Innanzitutto, nella scelta siamo stati guidati da un criterio del tutto “originale”: abbiamo scartato i grandi nomi, gli autori più o meno conosciuti. Non troverete nelle pagine che seguono personaggi del calibro di Strati, Gambino, Alvaro, La Cava e via letterando, e tutto ciò per una buona ragione. Perché l’hanno già fatto gli altri!
Delusi? Scherzetto!
In realtà, una motivazione più seria c’è.
La cultura calabrese non è rappresentata solo dai grandi nomi, dai letterati celebri e conosciuti, ma
anche (e soprattutto, visto che sono la maggioranza) da personaggi sconosciuti che, pur non figurando nelle pagine ufficiali della letteratura, hanno avuto il coraggio di affrontare ogni ostacolo per tramandare ai posteri valori, ansie e aspirazioni della propria epoca, della propria comunità. Persone che, se pure (e non purè) non compariranno insieme ai grandi nelle antologie scolastiche, hanno un posto nel cuore e nei ricordi, nella mente e nell’animo delle persone che li hanno conosciuti e che ne hanno apprezzato (ma anche non apprezzato, per la par condicio) le opere e le idee che tali opere
veicolavano. Persone che, seppur sconosciute nel resto della regione, hanno avuto un ruolo importante nel loro paese, nella loro cittadina, nella loro città, insomma, nella loro zona.
Persone, infine, che testimoniano la vitalità di una regione culturalmente come geograficamente divisa e frammentaria, separata oggi come 100 anni fa da se stessa ma che sa dialogare con il mondo esterno e che ha qualcosa da dire (e tanto da fare, ma questa è un’altra storia…).
E qui veniamo al secondo criterio: la visibilità.
Scegliere autori non considerati dalle altre antologie è un conto, ma questi autori, oltre ad essere più o meno sconosciuti al livello regionale, cos’hanno in comune?
Hanno in comune l’essere misconosciuti per “carenza di comunicazione”. Sembra strano, nell’era della comunicazione, di internet e via globalizzando, ma spesso, troppo spesso, non solo Catanzaro non sa cosa fa Cosenza e viceversa, o Reggio Lamezia, ma cosa ancor più grave, Mesoraca non sa cosa succede a Petilia (e i paesi, entrambi nella provincia di Crotone, distano poco più di 10 km l’uno dall’altro) e al contrario. Così, abbiamo scelto degli autori che, secondo il nostro più che sindacabile giudizio avevano qualcosa da dire, erano rappresentativi per questa o quella realtà locale oppure semplicemente valeva la pena di fare conoscere.
E’ un criterio opinabile?
Sicuramente, ma siccome dell’opinabilità non si discute affatto, nelle antologie, dato che tutti i curatori sono convinti di essere nel giusto e, novelle entità divine o quasi, selezionano con il solo sguardo l’erba cattiva dal grano, permetteteci di essere bastian contrario anche in questo.
Potremmo concludere con le parole di un grande poeta, ovvero “codesto solo possiam dirti / ciò che
non siamo, ciò che non vogliamo” (ovvero, potevamo stupirvi con effetti speciali…), ma non lo faremo e così ci limitiamo a salutarvi, a ringraziarvi per la trasmissione e ad invitarvi, voi lettori, a scriverci per dirci la vostra opinione, altrettanto opinabile ed altrettanto vera.
Per ora, buona lettura a tutti e… a presto.